Coronavirus: scontro tra regioni su fase 2 e gestione Rsa

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Ancora lite tra Regioni sulla questione delle riaperture e della Fase 2.

Ad andare all’attacco è il governatore del Veneto Luca Zaia dopo che nei giorni scorsi il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva parlato della possibilità di chiudere i confini della Regione. “Se alcuni governatori chiudono i confini regionali allora la fanno loro l’autonomia, non è Nord contro Sud ma Sud contro Nord.

Mettetevi nei panni di un cittadino che sale in treno – ha aggiunto Zaia – Se si chiudono i confini regionali verranno tutti soppressi, il Frecciarossa sarà fermo, nessun tipo di trasporto verrà autorizzato, che proposta è? Se poi c’è qualcuno che vuole preservare un’area delicata, ad altissima popolosità o con persone a rischio, è comprensibile, ma se dicono che chiudono i confini regionali mi dicano come fare. E io – ha concluso – non ho mai firmato ordinanze per chiudere”.

Intanto è scontro anche tra il governatore della Lombardia Attilio Fontana e quello del Lazio Zingaretti. Una delibera simile a quella della Lombardia sulle Rsa “era stata presa dal Lazio. Ma al governatore del Lazio non è stato fatto alcun tipo di contestazione”, ha detto Fontana tornando sulla vicenda. Secondo Fontana, “si cerca di attaccare l’organizzazione lombarda.

C’è un attacco nel confronto mio in quanto rappresentante di una certa parte politica. Qui al governo c’è un rappresentante non del centrodestra, ma in Lombardia c’è un rappresentante del centrodestra”.

La replica del governatore della regione lazio Zingaretti non tarda ad arrivare: “Non c’è “nessuna promiscuità tra positivi e negativi” nelle Rsa del Lazio. Da noi – aggiunge – non esiste nessun caso Lombardia, nessuna facilità nel contagio. Prima di accusare, Fontana dovrebbe informarsi bene”.

Anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi va all’attacco: “Decidere quando riaprire le imprese spetta al governo che dice che non è ora. Benissimo. Ma c’è una grande contraddizione con il fatto che con una semplice comunicazione alle prefetture stanno riaprendo centinaia di migliaia di aziende senza protocolli per la sicurezza, che solo in pochi casi sono stati elaborati. Non è corretto dire in un modo e poi lasciare che avvenga in un altro”.