Covid, la stretta del governo: discoteche chiuse e mascherine obbligatorie la sera nei luoghi della movida

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

A partire da oggi, tutte le discoteche, sale da ballo e locali assimilati dovranno restare chiusi almeno fino al 7 settembre.

È questa la decisione maturata nel corso del vertice in videoconferenza tra il governo e le Regioni, convocata dal ministro Francesco Boccia, alla luce dell’aumento dei contagi da coronavirus e delle immagini arrivate dalle sale da ballo dalla Riviera Romagnola alla Puglia nel week di Ferragosto.

Ma la stretta del governo va anche oltre e riguarda più in generale la movida: dalle 18 alle 6 del mattino sarà infatti obbligatorio indossare mascherine nei luoghi e locali aperti al pubblico e nei luoghi in cui è più facile che si creino assembramenti.

Agli operatori del settore verranno riconosciuti contributi economici per la fine anticipata della stagione. Il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, anche lui presente al vertice, ha ammesso di non vedere alternative nonostante “il danno atteso dalla chiusura delle discoteche sia grosso”.

Quindi la promessa: “Faremo il possibile per dare un sostegno economico alle attività che avranno delle perdite, trovando delle poste di ristoro specifiche anche nel dl Agosto”. Ma i gestori dei locali non ci stanno: “Con lo stop – lamentano –  rischiano di andare in fumo 4 miliardi fatturato”. Proteste sono arrivate da Silb Fipe, l’associazione italiana delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, che non esclude un ricorso al Tar contro l’ordinanza di Speranza.

La posizione sostenuta dagli esponenti dell’esecutivo è stata intransigente: le Regioni non potranno derogare alla decisione del governo. Anzi. Ai governatori è stata data facoltà di poter stringere ancora di più le maglie della movida se il quadro epidemiologico dovesse richiederlo.

Una mossa, quella del governo, che mira a non “vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati” come ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza. “Diamo un segnale al Paese che bisogna tenere alta l’attenzione”, ha quindi ribadito spiegando che “la priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza”.

Il ministro Boccia ha invece precisato che “restiamo uno dei Paesi più sicuri al mondo per la sicurezza sanitaria” e che “questa condizione non è casuale ma figlia dei sacrifici che abbiamo fatto e che vanno difesi”. Adesso, ha aggiunto, è il “momento di andare avanti ma limitando al massimo le attività che presuppongono contatti fisici e assembramenti incontrollabili”.