Dl fiscale, condono e riciclaggio. Di Maio: “Al Quirinale testo manipolato”

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Scoppia il caso condono dopo il via libera del governo alla pace fiscale. Ospite a “Porta a Porta”, il vicepremier Luigi Di Maio lancia un’accusa pesante. Secondo quanto dichiarato dal capo politico dei 5 Stelle il testo sulla pace fiscale trasmesso al Quirinale sarebbe stato manipolato dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri. L’ignota “manina” avrebbe ritoccato il decreto e sarebbe così apparso anche uno scudo per il riciclaggio. Di Maio annuncia quindi, dal salotto di Bruno Vespa, l’intenzione di depositare subito una denuncia alla Procura della Repubblica e assicura che se il testo non verrà modificato, cancellando la parte sui capitali all’estero, i 5 Stelle non lo voteranno.

Il ministro del Lavoro rincara poi la dose su Instagram. “È accaduto un fatto gravissimo! Il testo sulla pace fiscale che è arrivato al Quirinale è stato manipolato. Nel testo trasmesso alla presidenza della Repubblica, ma non accordato dal consiglio dei Ministri, c’è sia lo scudo fiscale sia la non punibilità per chi evade – ha scritto sul social. – Non so se una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato!”.

Immediata la risposta del Colle che precisa che il decreto fiscale è stato anticipato al Quirinale in via meramente informale, come è consuetudine fare in questi casi. Prima dell’invio, spiegano le stesse fonti, il presidente del Consiglio intende rivedere personalmente il testo articolo per articolo. Poco prima, il Colle in una nota ufficiale aveva chiarito che il decreto non era mai arrivato.

Le parole di Di Maio irritano la Lega, che – con Salvini silente –  va allo scontro. “Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti tra cittadini ed Equitalia”, affermano esponenti leghisti in una durissima nota ufficiale.