Giorno della memoria per le vittime del terrorismo. Mattarella commemora Aldo Moro

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Il 9 maggio del 1978 fu ritrovato a Roma, in via Caetani, il corpo senza vita di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, ucciso dalle Brigate rosse. Dal 2007, in questa data, si celebra il “Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo”.

Proprio in via Caetani, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori bianchi, rossi e verdi sulla lapide commemorativa che ricorda il drammatico avvenimento. Alla cerimonia era presente Ignazio La Russa, presidente del Senato, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè ed il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.  Poi la commemorazione è proseguita al Quirinale, a cui ha partecipato anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

In occasione del Giorno della Memoria Mattarella ha aggiunto: “In Italia ci sono stati troppi episodi di sangue che hanno ferito una giovane Repubblica, che si è trovata a fare i conti con il terrorismo politico; con le stragi, talvolta compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l’aria avvelenata di scontro ideologico – ha detto il presidente Sergio Mattarella aggiungendo – Aldo Moro, è stato un uomo pervaso dall’amore e dal rispetto per la democrazia e per lo Stato, animato da spirito di libertà e di solidarietà”.

Poi Mattarella ha sottolineato come “le cifre di quei tragici eventi siano impressionanti: quasi 400 vittime per il terrorismo interno, ai quali vanno aggiunti i caduti per il più recente fenomeno del terrorismo internazionale”.

“Lo Stato vinse il terrorismo con la legalità”. Il capo dello Stato la definisce “una guerra che è stata vinta combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all’amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica”.