Governo, faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni: centrodestra unito al Colle

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E’ durato poco più di un’ora l’incontro del disgelo in via della Scrofa, in pieno centro a Roma, tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Un faccia a faccia resosi necessario dopo le incomprensioni dei giorni scorsi  con lo ‘strappo’ di Fi sull’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato e le frizioni sugli “appunti” del Cavaliere.

Un incontro svoltosi “in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione” come recita una nota congiunta FdI- FI diffusa al termine del colloquio tra i due leader. “Fratelli d’Italia e Forza Italia  – si specifica – si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione, alle prossime consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella“. Nel faccia a faccia si è fatto anche “il punto sui dossier economici più urgenti, a partire dal caro energia, tema che, tra l’altro, sarà al centro del prossimo Consiglio europeo”.

“Stiamo lavorando insieme per dare il piu’ presto possibile all’ltalia un Governo forte, coeso e di alto profilo che sappia affrontare le urgenze sin da subito” scrive poco dopo sui social il leader di FI, Silvio Berlusconi, pubblicando la foto che lo ritrae sorridente al fianco della presidente di Fdi, Giorgia Meloni. Mentre, a quanto si apprende, Giorgia Meloni a proposito delle tensioni giorni scorsi, avrebbe detto al leader forzista di mettere una pietra sopra quanto accaduto, di considerarlo “come passato, una cosa superata. Non torniamo più, ora pensiamo a dare un governo al Paese”.

Immediata anche la nota della Lega. “Smentiti i gufi e la sinistra, il centrodestra è determinato a partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria per poi offrire al più presto un governo all’altezza delle aspettative degli italiani. Matteo Salvini ha fatto sapere di essere costantemente in contatto con gli alleati.

Intanto l’opposizione litiga per le vicepresidenze. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi, nella sua enews, ricorda che “gli accordi istituzionali devono garantire tutte le minoranze. Quindi avverte: “Se Pd e Cinque Stelle ci tenessero fuori sarebbe un atto di gravità inaudita, atto che dovremmo immediatamente porre all’attenzione del Presidente della Repubblica”. Mentre il Terzo polo accusa Pd e 5 Stelle di aver formato “un asse per escluderci dagli incarichi”. Ma anche all’interno dello stesso Pd le correnti dem sono in rivolta contro Letta e fanno saltare l’ipotesi di Zan alla Camera.