Migranti, l’Europa deve fare di più. Ma l’opposizione attacca Meloni: “Governo fallimentare”

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L’emergenza migranti sembra non avere fine e la situazione a Lampedusa resta critica. Nella serata di ieri (14 settembre) sull’isola sono arrivate altre 172 persone, dopo che i 5 barchini sui quali viaggiavano sono stati soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera. In totale gli arrivi sono stati 559. All’hotspot, dopo la raffica di trasferimenti, ci sono 4.079 ospiti tra cui 291 minori non accompagnati. Inevitabile che la questione migranti diventi discussione politica, sia all’interno che oltre i confini italiani.

Ieri la premier Giorgia Meloni ha parlato del tema migrazione col premier ungherese Viktor Orban. Una soluzione non è stata ancora trovata, ma è stato ribadito il concetto secondo il quale è l’Europa intera a dover farsi carico dell’emergenza. “La migrazione è una sfida comune per l’Unione europea che richiede una risposta collettiva” ha detto la premier, prima di farsi promotrice di un coro a due voci: “la necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze, soprattutto attraverso un deciso sostegno politico ed economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti, un maggiore impegno nella lotta alle reti di trafficanti di esseri umani e un’efficace politica di rimpatri”.

Se Meloni è sostenuta dagli alleati di governo Antonio Tajani (“L’Europa in questa fase e come in tante altre non è stata solidale con il nostro Paese”) e Matteo Salvini (“L’Europa se ne frega di quello che accade a Lampedusa e Ventimiglia); non si può dire lo stesso dei rappresentanti delle opposizioni. Netta la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Il dramma di questi giorni e di questi anni a Lampedusa è la dimostrazione del fallimento delle politiche di esternalizzazione di questo governo” ha detto. Ancora più determinato Giuseppe Conte: “Il fallimento di questi giorni ci fa toccare con mano che slogan e propaganda non servono a nulla”.