Oggi il nuovo Dpcm. Resta il coprifuoco, divieto di vendita da asporto alle 18, apertura musei nelle zone gialle ma solo nei feriali

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Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 30-05-2020 Roma, Italia Cronaca Coronavirus, commercio, Via Veneto Nella foto: Via Veneto, il mito della Dolce Vita e attività chiuse per la crisi economica Photo Mauro Scrobogna /LaPresse May 30, 2020  Rome, Italy News Coronavirus outbreak, commercial businesses, Via Veneto In the picture: Via Veneto, the mythical Dolce Vita and business closed due to the economic crisis

Entrerà in vigore nelle prossime ore la nuova stretta per il nostro Paese: sono state illustrate dall’esecutivo nella riunione con le Regioni, i Comuni e le province nelle ultime modifiche al Dpcm valido da domani 16 gennaio. Quasi tutte le regioni rischiano l’arancione, con la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente in zona rossa.

Con il decreto viene introdotta la “zona bianca”, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci, ossia 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso, fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi. Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5, le scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì.

Fino al 5 marzo, sarà quindi in vigore la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa e sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.

Per quanto riguarda i bar e le attività commerciali che vendono bevande e alcolici, come le enoteche, scatta il divieto di vendita da asporto alle 18, un provvedimento fortemente criticato dalle Regioni. Il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori ha infatti dichiarato: “non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori”.

Gli impianti sciistici non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti. Chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. “E’ un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro  dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura per il futuro”.