Omobitransfobia, Mattarella: “Rifiuto assoluto per ogni forma di discriminazione”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Oggi si celebra in più di 130 Paesi la Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Una data scelta per ricordare il 17 maggio 1990, quando l’Oms cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Appuntamento che quest’anno diviene ancora più importante perché cade nel pieno della discussione riguardante il ddl Zan.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non usa giri di parole per celebrare questa giornata ribadendo quanto sia fondamentale lottare contro le discriminazioni di genere perché la “ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti”. Oggi è “un’occasione – spiega il capo dello Stato in un comunicato – “per ribadire il rifiuto assoluto di  ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del  principio di uguaglianza  sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. “Le attitudini personali e l’orientamento sessuale – sottolinea il capo dello Stato- non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana“. Mattarella ricorda quindi che “la società viene arricchita dal contributo delle diversità” e che invece il “disprezzo e l’esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili“.

Il messaggio di inclusione viene rilanciato anche dal Presidente della Camera Roberto Fico che su Facebook parla dell’ “impegno doveroso” che bisogna portare avanti “per tutte quelle persone che ogni giorno combattono contro le aggressioni, l’ignoranza, i pregiudizi“. Poi sul ddl Zan, già approvato in prima lettura a Montecitorio a novembre e sul quale, in queste ore, si moltiplicano gli appelli affinché venga approvato il prima possibile, Fico aggiunge: “L’auspicio è quello di arrivare presto a un risultato condiviso, tutelando chi è vittima di discriminazione”. Perché, conclude il presidente della Camera, è su questi temi “che si misura la democrazia di un Paese”.