Regioni a confronto con il Governo sulle linee guida per riaprire le attività commerciali il 18 maggio

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Convocato per domani il confronto tra Governo e Conferenza delle Regioni per avere chiarezza sull’ipotesi di riaperture dal 18 maggio. La decisione è stata presa dopo la richiesta avanzata dai governatori di centrodestra delle Regioni Abruzzo, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Umbria, Veneto e il presidente della Provincia autonoma di Trento.

L’obiettivo è quello di “avere assoluta certezza che le linee guida Inail per le riaperture siano disponibili entro mercoledì e che dal 18 maggio ogni territorio, nel rispetto delle misure per il contenimento della pandemia, possa consentire la ripartenza delle attività economiche”. Una prospettiva che, qualora fosse disattesa, porterà le dieci Regioni ad “agire autonomamente”.

Il ministro Francesco Boccia, dal canto suo ha detto: “Comprendo l’esigenza delle Regioni di avere un quadro che consenta loro di avviare le riaperture differenziate e condivido l’esigenza di averlo in tempi brevi. Dal 18 maggio ci sarà una nuova fase, che porterà a una differenziazione territoriale.

Potranno riaprire gran parte delle attività economiche, ma non possiamo far ripartire attività senza protocolli di sicurezza”.
Boccia ha poi ringraziato i presidenti “per la condivisione con il governo dell’esigenza di avere linee guida nazionali elaborate dal comitato scientifico su proposta Inail, sulla cui base eventuali ordinanze regionali, emesse prima delle nuove misure, dovranno essere riformulate”.

“Abbiate pazienza”, è invece l’appello del presidente della Regione Veneto Luca Zaia “e fate attenzione con l’utilizzo dei dispositivi: questo è fondamentale. Le donazioni stanno crescendo alla grande: siamo oltre i 57 milioni di euro e 37 mila e 400 donatori. Noi, come governatori, abbiamo sottolineato la difficoltà e anche l’incomprensione, se permettete, alla luce dei dati che abbiamo oggi, di pensare ancora che alcune chiusure possano permanere per settimane. C’è stata quella comunicazione del Presidente del Consiglio di pensare a quella fatidica data del primo di giugno. Noi pensiamo che il primo di giugno sia un’era glaciale, sia troppo tempo”.

“Pensiamo anche – continua Zaia – che, fatte salve le indicazioni della comunità scientifica e il rispetto dei parametri che ci sono stati dati, il punto di caduta sia il 18 di maggio per le aperture dei servizi alla persona (parrucchiere, barbieri, estetiste, massaggiatori e quant’altro), delle attività commerciali che ancora sono chiuse (negozi di diversa natura), i centri sportivi, le palestre, i bar e i ristoranti. La Regione del Veneto, fatto salvo il rispetto delle indicazioni di natura sanitaria, chiede che si apra tutto dal 18”.

“Penso che nella leale collaborazione tra le istituzioni, che noi abbiamo sempre garantito nei confronti del governo, – conclude Zaia – abbiamo chiesto che il governo prenda in mano questa partita e la chiarisca subito. Abbiamo chiesto urgentemente, lo farà il presidente Bonaccini per conto nostro, una convocazione del governo per domani insieme ai presidenti per definire questa partita. La soluzione è quella di delegare le regioni a provvedere alla riapertura dal 18 maggio”.

Nello Musumeci: “Il Governo dovrebbe dare linee guida alle Regioni, rispettando ovviamente i criteri scientifici di contenimento dell’epidemia. Entro queste linee le Regioni dovrebbero svolgere un proprio ruolo adattando le regole nazionali alle realtà della propria Sanità”. E’ questo quanto afferma il presidente della Regione Sicilia. “In questo modo – aggiunge – Governo e Regioni si assumono precise ma diverse responsabilità”. “Io avrei aperto i parrucchieri dal 4 maggio – spiega Musumeci -. Ma sul piano sanitario è Roma che deve assumersi la responsabilità delle linee-guida da fornire alle Regioni. L’epidemia non è finita e non intendo accreditare liberi tutti”.

“Capisco lo stato d’animo di alcuni miei colleghi ma deve essere Roma a dare più flessibilità alle Regioni, considerando che nel Sud la situazione sanitaria ed economica è diversa da quella del Nord Ovest”, prosegue il presidente siciliano, che in merito ai viaggi interregionali afferma: “Spetta al Governo decidere. Io sarò chiamato a fornire un parere e proporrò il primo giugno”.

Intanto anche in Piemonte il via libera agli sconti estivi ci sarà a partire dal primo agosto. “Lo spostamento dei saldi – commenta l’assessore regionale al Commercio, Vittoria Poggio – consentirà a tutte le attività che a causa del lockdown hanno subito pesanti cali di fatturato di poter recuperare in parte le vendite stagionali. La conferenza delle regioni aveva già stabilito, nella riunione del 7 maggio di posticipare gli sconti estivi e il presidente Bonaccini aveva esortato i presidenti di Regioni e Province autonome a dare seguito “alla suddetta decisione per una più omogenea applicazione della stessa su tutto il territorio nazionale”.