Sovraffollamento carceri, La Russa chiede un decreto sul fine pena a casa”

Un decreto che consenta “a chi ha scontato la maggior parte della pena, di finire di scontarla dentro di sé o in un altro luogo“. L’appello legato al tema del sovraffollamento nelle carceri arriva dal presidente del Senato Ignazio La Russa che spera di vederlo concretizzare entro il prossimo Natale. Più di un auspicio, dunque, è una vera proposta di provvedimento, pronunciata alla presentazione del libro “L’emergenza negata”, di Gianni Alemanno e Fabio Falbo, entrambi detenuti nel carcere capitolino di Rebibbia. L’ex ministro ed ex sindaco di Roma insieme a Falbo, noto per essere “lo scrivano di Rebibbia”, avevano chiesto un permesso per essere presenti all’evento di presentazione del loro lavoro ma ad entrambi è stato negato, così come è stata negata loro la possibilità di un collegamento da remoto. Gli interventi scritti che avevano preparato hanno dunque preso forma grazie all’intelligenza artificiale che ha animato due avatar.

In questa sede Alemanno ha denunciato quella che definisce la “grave situazione” in cui versa il carcere romano in cui è detenuto, condizioni che a suo dire “non si trovano nemmeno nei campi rom o nei ricoveri dei clochard”. La Russa ha ricordato di essersi occupato in passato del problema delle carceri, quando esercitava da avvocato penalista. “Più che pensare a quale sia la soluzione ideale del rapporto tra società e detenzione, dobbiamo passo passo vedere quello che si può fare – ha detto la seconda carica dello Stato -. Io ci ho provato a far fare un piccolo passetto, perché se anche l’edilizia carceraria fosse la soluzione del sovraffollamento ci vorranno almeno due anni. E in questi due anni qualcosa si può fare”.

Da qui l'”appello accorato affinché qualcosa avvenga “immediatamente” con un provvedimento concepito ad hoc che, “senza nulla togliere alle problematiche più ampie, dia un po’ di respiro alle carceri al collasso“, lasciando che chi la pena l’ha già quasi interamente scontata possa finire di scontarla “dentro di sé o in un altro luogo”. La proposta, già circolata in passato, non era finora all’ordine del giorno sul tavolo del Guardasigilli Carlo Nordio e c’è chi scommette che non tutti, anche nella maggioranza, sarebbero d’accordo, a partire dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro in quota Fratelli d’Italia.

L’ipotesi di La Russa intanto trova subito l’appoggio diretto di alcuni esponenti del Pd, come la deputata Marianna Madia, che sostiene l’appello del Presidente del Senato e dice: “Il Consiglio dei ministri adotti rapidamente prima di Natale, nell’anno giubilare, un intervento urgente di decongestionamento, avviando al tempo stesso misure strutturali per riportare il sistema entro standard accettabili. Le carceri italiane non possono più attendere”. Sull’altro fronte dell’opposizione, i Cinque Stelle attaccano: “Con il suo appello di oggi sulle carceri La Russa di fatto boccia il governo Meloni che in tre anni non ha fatto niente per alleggerire l’emergenza carceraria“.

Poche ore prima della proposta di La Russa invece il ministro Nordio parlava di un’altra soluzione, seppur parziale, per combattere il sovraffollamento. In particolare, il guardasigilli ha insistito sul regolamentare la carcerazione preventiva: “Abbiamo un 25% della popolazione costituita da persone che sono in attesa della condanna definitiva e una buona parte viene ingiustamente incarcerata. Abbiamo pagato quest’anno 24 milioni di euro per l’ingiusta detenzione”. Intanto, da Forza Italia arriva un altro sostegno alla proposta di La Russa. Il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, sostiene che “un decreto sarebbe logico” ma d’altra parte spiega che “non c’è stata fino ad ora disponibilità trasversale sul tema delle carceri. Vediamo se questo appello potrà suscitare attenzione”.