Attivo in Perù il pozzo in memoria di Nadia De Munari. Grazie alle donazioni di parenti, Omg e amici

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Sullo sfondo i palloncini colorati intorno all'opera e nel riquadro Nadia De Munari

Il progetto “Un pozzo per Nadia” non è un più un obiettivo, ma una realtà concreta da cui oggi sgorgano acqua e speranza di un mondo migliore, grazie all’impegno di chi in sua memoria, in Italia e in Sud America, si è dato da fare per costruire un’opera buona. E utile. E’ stato infatti completato nei giorni scorsi, in Perù e più precisamente nella comunità di La Carbonera, terra di missioni, lo scavo con la struttura dotata di pompa idraulica annessa che, grazie alla generosità dei vicentini, consentirà alla popolazione locale di attingere all’acqua del sottosuolo. Necessaria se non vitale per il fabbisogno delle famiglie e per le colture, contrastando in questo modo l’arido territorio della zona rurale.

L’opera è stata resa possibile dal ricordo di Nadia De Munari, la volontaria di Schio che ha perso la vita facendo del bene, vittima di un agguato a scopo di rapina nella notte del 24 aprile 2021. Una raccolta di donazioni personali da parte di parenti e amici, con l’impegno costante dell’associazione Mato Grosso tanto caro a Nadia, oltre ad altre iniziative come il concerto di Natale di Isola, hanno permesso di raccogliere la somma necessaria per l’avvio dei lavori iniziati agli sgoccioli del 2021. Cantiere chiuso di recente prima dell’inaugurazione ufficiale avvenuta la scorso fine settimana, per un pozzo della profondità di 60 metri.

Nel sito, che si trova a circa 500 chilometri dalla capitale peruviana Lima, alla cerimonia erano presenti oltre alla cugina Laura nsieme al compagno Luca Cortiana per conto della famiglia De Munari, anche il missionario Padre Samuele. Proprio colui in America Latina che ha seguito passo passo la volontà di ricordare la volontaria uccisa da un balordo del posto attraverso un’opera funzionale alla sussistenza del popolo peruviano che vive nelle periferie intorno a Chimbote, a cui aveva dedicato il suo tempo e, infine, anche la sua vita. Basti dire che si tratta di una zona dove la pioggia rappresenta praticamente un evento raro e, quindi, semidesertica.

Si tratta in pratica di un villaggio con poco più di 500 abitanti, ma in espansione grazie alle coltivazioni introdotte in anni recenti, un luogo dove mancano ancora parecchi servizi essenziali, a cominciare da fognature e rete elettrica. L’installazione del nuovo pozzo oggi dedicato alla volontaria scledense, a portata di mano della piccola comunità peruviana, è stato reso possibile grazie alla volontà della famiglia d’origine e alla grande generosità di chi le ha voluto bene e la ricorda con affetto. E per tutti i familiari in Italia di Nadia, che dal primo giorno si sono rimboccati le maniche insieme per renderle omaggio come merita la sua memoria, si tratta di un risultato importante. In attesa di raggiungerne altri sempre nel segno della solidarietà e dell’aiuto.

I circa 15 mila euro necessari sono stati raccolti attraverso le azioni concrete in primis di Operazione Mato Grosso, di cui proprio Nadia è stata a lungo in pilastro in questi luoghi, dopo la scelta coraggiosa di lasciare l’Altovicentino per dedicarsi ai bambini, come maestra, e alle loro famiglie in terre povere. E’ ancora possibile contribuire con donazioni intestate a: Associazione Don Bosco 3A Onlus, Iban IT07A0866960790001000946584, causale “Un progetto per Nadia”, per un progetto che va avanti a sostenere la comunità locale in altri ambiti.