Deficit idrico, mancano 100 milioni di metri cubi: Viacqua studia contromisure per l’estate

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L’emergenza siccità impone scelte e politiche lungimiranti e Viacqua si prepara quindi alle possibili criticità legate al deficit idrico che già adesso inizia a mostrare i propri effetti nel territorio vicentino. A poco sembrano servire le piogge occasionali di queste ultime settimane nel rimpinguare una cassaforte idrica già sottoposta da decenni ad un profondo stress. Se è vero che il caveau acquifero dell’alta pianura vicentina è considerato tra  più “fertili” d’Europa, si sta assistendo a un regime di sovrasfruttamento che non nasce negli ultimi due anni di carenza di precipitazioni ,a prosegue dalla fine degli anni ’80.

Secondo le stime del consorzio di gestione risorse idriche si calcola che ad oggi mancano oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua all’appello. Il 2022 ha mostrato con tutta la sua forza l’effetto dei cambiamenti climatici con una delle siccità più lunghe e intense che si siano mai registrate, scarse precipitazioni e temperature ben sopra le medie stagionali. A peggiorare la situazione, infine, persiste la scarsa presenza di accumuli nevosi in quota che da sempre costituiscono la ricarica delle falde fondamentale per i mesi estivi. In questa situazione si inserisce Viacqua che ha costituito un team interno per affrontare il deficit idrico oltre ad un piano operativo che consentirà, per quanto possibile, di prevenire criticità e mitigarne l’impatto sulla popolazione, assicurando continuità del servizio idrico a oltre 544 mila abitanti. Viacqua distribuisce ogni anno oltre 60 milioni di metri cubi d’acqua provenienti da 327 sorgenti e 101 pozzi.

Dai “posti di comando” dell’azienda che serve 68 comuni consociati si rende noto che uno tra gli strumenti fondamentali in questa frontiera viene rappresentato dal nuovo cruscotto digitale, sviluppato internamente, che consente di monitorare in modo puntuale i principali dati quali-quantitativi delle reti idriche gestite, al fine di intercettare in anticipo sofferenze di sorgenti, pozzi e serbatoi, ma anche eventuali anomalie che segnalano perdite e rotture. Il cruscotto integra i dati provenienti dal sistema centrale del telecontrollo di Viacqua, con particolare riferimento ai valori di portata e livelli relativi a fonti di approvvigionamento a maggiore vulnerabilità. Consentendo il monitoraggio in real time del sistema, il cruscotto costituisce uno strumento di supporto alle decisioni, per una più veloce ed efficace gestione operativa delle allerta. Inoltre, è collegato direttamente ai dati pluviometrici messi a disposizione da Arpav, per ottimizzare la gestione operativa degli impianti acquedottistici anche in funzione degli eventi di pioggia. Dall’analisi di questa mole di dati è pertanto possibile definire due parametri: la vulnerabilità potenziale di ogni distretto idrico e il livello di criticità idrica per territori.

La vulnerabilità potenziale viene definita in base ad un approccio multi-parametrico sviluppato negli ultimi dieci mesi anche grazie all’esperienza fatta nell’estate 2022. Può essere sintetizzata nella compresenza di due fattori: uno ambientale, quale la scarsità di risorsa idrica disponibile per ciascun distretto,  e uno infrastrutturale, ovvero l’assenza di fonti di approvvigionamento alternative. 

Questa la scala di riferimento elaborata:

  • Alta: deficit idrico individuato da evidente trend in calo di disponibilità idrica e assenza di fonti di approvvigionamento alternative
  • Media: deficit idrico individuato da calo moderato di disponibilità idrica e assenza di fonti di approvvigionamento alternative
  • Bassa: deficit idrico individuato da calo moderato di disponibilità idrica e presenza di fonti di approvvigionamento alternative

La criticità idrica, invece, è dettata dalla capacità o meno di soddisfare completamente da parte di Viacqua la domanda delle utenze e rappresenta il dato più variabile nel tempo in quanto influenzato da diversi fattori, quali ad esempio la variabilità stagionale della popolazione, soprattutto nelle zone turistiche di montagna.

La scala che viene adottata è quindi la seguente:

  • Nessuna: possibilità di soddisfare la domanda
  • Bassa: domanda ancora soddisfatta ma trend in peggioramento
  • Media: le risorse disponibili non garantiscono il soddisfacimento dei consumi standard
  • Alta: dopo aver preso tutte le misure preventive le risorse idriche non sono sufficienti a soddisfare la domanda.

Questo monitoraggio, già avviato nelle scorse settimane, ha messo in luce i territori più vulnerabili, un totale di 11 comuni collocati nella fascia montana e pedemontana della provincia vicentina (Arsiero, Laghi, Lastebasse, Monte di Malo, Posina, Schio, Tonezza del Cimone, Torrebelvicino, Valdagno, Valli del Pasubio, Velo d’Astico). Viacqua ha incontrato nel corso della settimana sindaci e assessori di questi comuni ai quali ha illustrato come procederà di settimana in settimana qualora i dati peggiorassero.

“Pur nella delicatezza della situazione è stato importante raccogliere l’apprezzamento di questi amministratori per il lavoro messo in campo da parte dei nostri tecnici – ha spiegato il Presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman – nello specifico il monitoraggio costante dei dati che ci viene dalla piattaforma di Viacqua ci consente di informare i sindaci con relativo anticipo in base alle raccomandazioni o ordinanze da attuare sulla base di tre diversi livelli. Ci tengo a sottolineare che solo grazie agli investimenti costanti che Viacqua ha assicurato negli anni, in particolar modo quelli relativi alle interconnessioni, ma anche alla manutenzione di impianti e condotte, nei prossimi mesi appena l’1% degli utenti serviti si troverà in distretti ad alta vulnerabilità potenziale. Nel frattempo il piano che abbiamo approntato prevede il rinforzo delle squadre adibite alla ricerca perdite in modo da poter operare con tempi ulteriormente ridotti. Sul campo potremo così contare su 9 squadre interne che potranno essere ulteriormente integrate da 3 squadre composte da personale esterno.

Queste ultime – conclude il presidente – saranno coinvolte in via preferenziale per le attività di ricerca già programmate da tempo, mentre il personale interno, che meglio conosce i diversi territori gestiti, sarà impegnato soprattutto per le operazioni d’emergenza. È inoltre in corso di pianificazione la possibilità di predisporre sistemi di stoccaggio integrativi provvisori per aumentare la disponibilità d’acqua a servizio degli impianti, compresa la verifica e la riattivazione di alcune fonti di approvvigionamento minori. Abbiamo già definito dei contratti integrativi per aumentare i volumi d’acqua trasportabili mediante autobotti nelle zone che dovessero trovarsi in situazioni critiche. Questa fase di studio ha infine un ulteriore effetto: aggiorna una base di know-how su cui innestare progettualità utili anche alla candidatura a bandi o fondi straordinari di cui si sta già parlando a livello nazionale.”