Dopo Bassano e Vicenza (due volte) tocca a Schio: controlli extra su ordine della Questura

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Una veduta dall'alto dell'area intorno al Duomo di Schio, in centro

Di settimana in settimana si moltiplicano gli ordini di controlli mirati nelle città più popolate della provincia e nelle zone più a rischio di azioni criminose o illecite fonti di insicurezza sociale, con particolare attenzione al sottobosco dello spaccio di droga.

Stavolta è toccato a Schio in Altovicentino, dove nel pomeriggio e la serata di ieri è andato in scena un blitz interforze su ordine della Questura berica e con in campo 30 operatori tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, con il supporto di tre squadre del nucleo prevenzione anticrimine.

Un’operazione su larga scala che ha interessato più zone del centro, della periferia e di alcune frazioni della città scledense, con particolare attenzione ai parchi pubblici e agli scali del trasporto intercomunale. In tutto sono stati controllati in una manciata di ore 5 esercizi pubblici risultati conformi alle regole, 45 autoveicoli ai posti di blocco e 99 persone, di cui 21 di nazionalità straniera , e 25 con precedenti con la giustizia italiana. Riscontrati tra questi parecchi “profili di pericolosità sociale” con conseguente emissione di 15 provvedimenti nei loro confronti. Nessun arresto o denuncia, però, nel corso della serata.

Gli esiti finali del servizio straordinario concluso in sera constano di 4 fogli di via dalla città – ribattezzati come daspo urbano -, 8 avvisi orali che valgono come “avvertimento” formale in virtù dei precedenti penali di varia natura e infine 3 ordini di allontanamento immediato – ma autonomo – dal territorio italiano. Si tratta di cittadini stranieri, un albanese, un cinese e un egiziano, tutti sprovvisti del permesso di soggiorno validi e quindi obbligati a lasciare il suolo italiano. Se l’ordine non sarà rispettato, ad un eventuale nuovo controllo saranno accompagnati coattivamente nei centri rimpatrio con decreto di espulsione.

“L’obiettivo principale, pertanto, è quello di prevenire e contrastare in maniera adeguata i reati che destano maggiore allarme sociale – così recita la nota del questore Paolo Sartori – e di aumentare, al contempo, la presenza e la visibilità delle forze di polizia sul territorio. Accade frequentemente che nei comuni vi siano aree urbane che più di altre appaiono inclini a divenire luoghi di degrado e di ritrovo abituale di individui dediti alla commissione di reati. Le attività di controllo ad ampio raggio – conclude Sartori – sono finalizzate a prevenire che ciò accada, e ad evitare che costoro possano radicarsi illegalmente in questi contesti urbani e che, di conseguenza, con i loro comportamenti, possano destare particolare allarme sociale e compromettere la civile convivenza”.