Evasione fiscale da un milione di euro. Indagati padre, figlio e una società

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Nei giorni scorsi i finanzieri del comando provinciale di Vicenza hanno dato esecuzione, su delega della Procura della Repubblica, a un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per un equivalente di un milione di euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale berico nei confronti di due indagati e una società per reati tributari.

L’indagine, partita alcuni anni fa per gli aspetti di accertamento fiscale, riguarda un’azienda della Zona Industriale di Schio, gestita a livello familiare e presente da molti anni sul territorio e che si occupa di commercio all’ingrossi di macchinari industriali. Non ne è però stato reso noto il nome da fiamme gialle e Procura il nome. Quello che è certo è che dopo l’indagine fiscale, tutto è passato nella mani della magistratura per gli aspetti penali, fino al provvedimento cautelare emesso nei giorni scorsi.

Il sequestro
Nel dettaglio, i militari della guardia di finanza di Schio su provvedimento del sostituto procuratore Paolo Fietta hanno sottoposto a sequestro somme di denaro giacenti su ben otto conti correnti, due partecipazioni in società di capitali, sei immobili situati in provincia di Vicenza e un’auto, per un sequestro totale che corrisponde a un milione di euro. arrivano a conclusione di  un’indagine condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Schio.

I fatti

Nello specifico, i militari hanno condotto alcune investigazioni di polizia economico-finanziaria, dapprima nei confronti della società a responsabilità limitata (Srl) attiva, come detto, nel settore del commercio all’ingrosso di macchinari industriali e con sede a Schio. L’ispezione ha permesso di rilevare come la società abbia omesso sistematicamente di versare le ritenute effettuate sui redditi da lavoro dipendente, risultanti dalle dichiarazioni dei Modelli 770 per gli anni d’imposta 2017 e 2018, per quasi 550 mila euro.

In sede di avvio delle attività operative, inoltre, le fiamme gialle hanno reperito una copiosa documentazione di natura contabile ed extra-contabile che ha permesso di individuare numerose operazioni finanziarie – correlate a continui e ingiustificati prelevamenti di denaro dalle casse della Srl – in favore del figlio dell’amministratore della società e dipendente della Srl. Tali uscite di denaro, motivate con la causale di “prestito infruttifero”, sono state ritenute dalla guardia di finanza incompatibili rispetto alla situazione debitoria della società nei confronti del Fisco, dato che erano state emesse (a carico sempre della Srl) cartelle esattoriali riportanti iscrizioni a ruolo per oltre 120 mila euro. Insomma, sarebbero indebitamente state sottratte all’Agenzia Entrate e Riscossioni possibilità di pagamento di cartelle esattoriali emesse in precedenza.

A completare l’ “imboscamento” da un milione di euro, c’è poi la situazione delle persone fisiche coinvolte: padre (amministratore della società) e figlio (dipendente della stessa). Quest’ultimo L’ispezione parallela delle fiamme gialle, infatti, ha constatato che il figlio ha omesso di dichiarare, ai fini Irpef, sia i prelevamenti di contante effettuati in qualità di dipendente della Srl, sia ulteriori sottrazioni di denaro effettuate dai conti correnti di una Snc nella quale il figlio rivestiva la qualifica di socio liquidatore: complessivamente è stato calcolato come quest’ultimo abbia omesso di dichiarare maggiori redditi per oltre mezzo milione di euro, in relazione ai quali è stata calcolata in maniera preliminare un’Irpef evasa di oltre 220 mila euro.

I reati contestati

Tutte queste irregolarità di natura fiscale, rilevate attraverso una meticolosa attività di ricostruzione dell’effettiva capacità contributiva delle persone fisiche e giuridiche oggetto dei controlli, hanno permesso di individuare il profitto derivante dai reati di dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’operazione delle Fiamme Gialle di Vicenza costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico finanziario assicurato dalla Guardia di Finanza, che facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria attribuite, riesce ad operare trasversalmente, sotto il profilo tributario e penale, per contrastare i fenomeni di evasione e frode fiscale che rappresentano un grave ostacolo allo sviluppo economico e minano il rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato. Sarà ovviamente ora un tribunale ad accertare definitivamente responsabilità ed eventuali condanne sulla vicenda.