Il campione di paraclimbing Simone Salvagnin rinuncia al Gamchempo Peak in Nepal: “Troppo rischioso”

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Simone Salvagnin, l’atleta 38enne non vedente di Schio, campione di arrampicata sportiva Paraclimbing, ha rinunciato nelle ore scorse in Nepal alla salita del Gamchempo Peak (6.378 metri), da un nuovo versante. Salvagnin aveva iniziato il trekking  vero e proprio da Bhotang lo scorso 30 ottobre insieme alla guida alpina Luca Montanari, dopo la partenza per il Nepal lo scorso 25 ottobre.

Oro mondiale per la Nazionale Paraclimbing, sui social ha spiegato il motivo del passo indietro di un progetto che aveva anche un fine benefico: “Rinuncio al tentativo di vetta dopo aver analizzato attentamente il percorso con Luca; l’abbiamo valutato troppo rischioso per noi. Il mio viaggio di esplorazione interiore continua in Nepal, un paese che continua a sorprendermi con le sue contraddizioni, tra potente natura e caotiche città”.

L’obiettivo della salita non era, come detto, solo alpinistico: la salita aveva lo scopo di dare visibilità al progetto di turismo sostenibile Garima Voyage, nato per merito di Federica Riccadonna e suo marito Rabindra Airal: l’impresa di Simone doveva essere un supporto per far ottenere ai territori che lo ospitano la Certificazione di Destinazione Sostenibile.
“Musicista, viaggiatore, sciatore, alpinista, paraclimber ma soprattutto esploratore”: così si definisce Salvagnin, i cui occhi dall’età di dieci anni sono affetti da una grave malattia degenerativa, la retinite pigmentosa, che lo ha reso, progressivamente, quasi del tutto incapace di vedere. Il progredire della malattia non gli ha fatto però abbandonare l’attività fisica, sua grande passione, portandolo a sfidare se stesso, facendo leva sul potenziamento cognitivo degli altri sensi e sullo sviluppo della fisicità. E’ anche portavoce della Carta Onu dei diritti dei disabili.

 

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“Nell’atto atletico recupero libertà e libero vitalità”, racconta sul suo sito. Oggi posso dirmi soddisfatto: ho raggiunto traguardi agonistici importanti e la mia esplorazione interiore ha aumentato la mia consapevolezza e la mia solidità.
Atleta della Nazionale italiana categoria Blind B2, responsabile del settore Paralimpico F.A.S.I., Simone è anche stato rappresentante degli atleti nella Commissione Internazionale dal 2011 al 2016.
In molto ora sui social, dopo il suo annuncio del ritiro, commentano con attestazioni di stima questa scelta di responsabilità: “A me le cosiddette rinunce sono sempre piaciute di più rispetto ad altri racconti. Perché difatti le chiamiamo rinunce ma sono forme di rispetto e amore per noi e per ciò che ci circonda. Per cui grazie Simone Salvagnin per portarci con le tue rinunce sulle vette del Nepal!” scrive un’amica. “E’ coraggio anche saper prendere decisioni diverse dai programmi!” commenta un altro.