Lutto cittadino per l’addio a Pietro, il 25enne morto in Norvegia. Si attende il rimpatrio delle salme

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Pietro De Bernardini segue in salita Matteo Cazzola nei giorni precedenti alla valanga

Sarà sicuramente proclamato il lutto cittadino a Isola Vicentina, in una data non ancora fissata, al rientro della salma del giovane morto in seguito alla valanga sulle Lyngenalps di venerdì 31 marzo, Pietro De Bernardini. Il 25enne vicentino, studente universitario in Statistica che viveva in Olanda, è mancato venerdì scorso nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Tromso, in Norvegia, dopo una settimana di ricovero in condizioni critiche.

Ad assicurare che, nel giorno designato per le esequie dello sfortunato giovane scialpinista, il paese intero si fermerà in suo omaggio è il sindaco Francesco Enrico Gonzo. Secondo quanto è stato reso noto, ad oggi non è stata effettuata l’autopsia sul corpo del vicentino e, in attesa di una decisione definitiva in merito – tardiva anche in considerazione della Pasqua – e del nulla osta necessario per sbloccare pratiche e procedure per il rimpatrio della salma di Pietro, non rimane che attendere. Verosimilmente fino alla prossima settimana.

Si tratta della seconda vittima, in ordine temporale, della tragica valanga che aveva travolto un quintetto di vicentini in vacanza sulla costa del Nord Ovest della penisola scandiva, e che avrebbero dovuto far rientro in Veneto il giorno successivo, insieme ai tre compagni quel giorno maledetto rimasti in baita e scampati alla furio del blocco di ghiaccio staccatosi dal monte Kavringtinden. Provocando due vittime: Matteo Cazzola praticamente sul colpo e Pietro De Bernardini a una settimana di distanza, un ferito – la guida alpina Andrea basso – e lasciando illesi altri due componenti del gruppo, anche loro vicentini.

Sullo sfondo lo scenario della valanga che ha spazzato via il bosco mentre transitava il gruppo italiano. Nel riquadro Matteo Cazzola

Anche la salma del 35enne ingegnere di Vicenza, Matteo Cazzola, a distanza di ormai oltre 10 giorni dalla tragedia non ha ancora fatto rientro in patria. Nella chiesa di Sant’Andrea si è già recitata una veglia di preghiera in memoria di Matteo, il cui corpo rimane custodito a 3.700 chilometri di distanza in attesa del rimpatrio. Mentre genitori e familiari dei due giovani uomini con la passione per la montagna e per la neve hanno dovuto far la spola tra Italia e Norvegia, in contatto con l’Ambasciata Italia per il disbrigo delle pratiche che sta prolungando in maniera insopportabile il già difficile lutto che li attanaglia dal giorno della valanga.

Pietro De Bernardini in una foto con la neve