La Casa riapre ai familiari. Si parte l’11 maggio, su prenotazione e all’esterno

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Da lunedì 11 maggio le porte delle strutture de La C.a.s.a. si riaprono per far entrare i visitatori e i familiari. Lo comunica la direzione della centro servizi scledense, intenzionata ad avviare verso una graduale e progressiva normalità i servizi dopo l’emergenza Covid-19.

All’esterno della struttura, in contesto di sicurezza, saranno organizzate visite su appuntamento, con prenotazione. La precedenza verrà data agli ospiti che nel periodo di chiusura hanno risentito maggiormente del distacco dai familiari e che, a seguito dell’isolamento affettivo, manifestano segni di sofferenza fisica o psicologica come inappetenza, depressione e alterazione dell’umore.

Come detto, l’incontro va prenotato e il numero delle visite giornaliere è programmato compatibilmente al numero e alla presenza in servizio del personale dipendente ad esse dedicato. Di norma, saranno possibili due ore al verranno effettuate dal lunedì al venerdì, la mattina fra le 10 e le 11 e il pomeriggio dalle 15 alle 16, fatte salve peculiarità organizzative di ciascun servizio.

La durata effettiva dei colloqui sarà di 15-20 minuti e per il momento è consentita la visita di un solo familiare per ospite. Il visitatore dovrà presentarsi all’Ufficio Relazione con il Pubblico per verificare che sia in possesso dei dispositivi di protezione individuali obbligatori (mascherina e guanti), per la rilevazione della temperatura corporea e la sottoscrizione del documento di autodichiarazione; successivamente si potrà recare alla postazione assegnata per l’incontro e il colloquio avverrà con la supervisione del personale, chiamato ad intervenire nel momento in cui vi siano comportamenti che possano essere ritenuti rischiosi per la fragile salute dell’ospite. Il colloquio dovrà avvenire inoltre ad una distanza di almeno un metro e non sarà consentito al familiare consegnare materiale o cibo, così come è vietato il passaggio di mano del telefono cellulare. “Siamo consapevoli che le videochiamate o le telefonate, che avevamo attivato,. non possono sostituire l’incontro tra ospiti e famigliari, abbiamo quindi scelto di facilitare ora, in tutta sicurezza e per chi è in condizione di uscire, dei momenti di relazione umana. Ci pare un’iniziativa che anticipa la speranza di un ritorno alla normalità, anche se diversa da come l’abbiamo vissuta finora. Stiamo inviando via mail ai famigliari le modalità di attivazione di questo progetto” spiega il presidente Beppe Sola.

Per quel che riguarda la situazione degli ospiti positivi, isolati nel Nucleo Blu dell’ala ovest (Plesso Giardino) alla data dell’ 8 maggio la situazione è stabile: sono confermati 10 casi positivi, 3 dei quali ricoverati in ospedale in condizioni critiche. Fra gli altri sette, vi sono situazioni differenziate: due ospiti con sintomi impegnativi sono in cura e in leggero miglioramento, gli altri cinque sono asintomatici e in buone condizioni. Otto ospiti si sono negativizzati e son tutti in buone condizioni, mentre si attendono gli esiti degli ultimi tamponi di controllo eseguiti nei giorni scorsi.

Nel Nucleo Rosso, dove son ricoverati gli ospiti originariamente trasferiti dal Nucleo Blu,  tutti permangono in isolamento precauzionale e le loro condizioni di salute sono stabili. Alcuni ospiti si stanno alimentando molto poco ed hanno in corso terapia infusionale, mentre un ospite ieri sera è stato trasporto al Pronto Soccorso per insufficienza respiratoria ed è rientrato oggi con tampone faringeo negativo. La situazione sotto stretto monitoraggio. Per gli altri ospiti la situazione è stazionaria.

Nel plesso della Valletta vi sono quattro ospiti in isolamento preventivo precauzionale, mentre nelle altre strutture, comprese quelle di Montecchio Precalcino, la situazione è stazionaria e non si segnalano particolari sanitari degni di nota. Fra i dipendenti, sono attualmente sette quelli positivi asintomatici messi in isolamento domiciliare.

Beppe Sola, presidente del centro servizi La C.a.s.a. di Schio

Complessivamente sono stati finora  sei i decessi di anziani che usufruiscono dei servizi de La C.a.s.a. per Coronavirus: quattro nella Rsa, uno nel centro diurno e l’altro nella casa albergo La Filanda a Magrè. “Credo che abbiamo gestito la situazione dell’epidemia nel miglior modo possibile. Di solito – spiega Sola – il turnover annuale dei nostri ospiti è di circa il 56%. Ciò significa che ogni anno alla C.a.s.a. ci lasciano 150 anziani, che finora venivano sostituiti da nuovi ingressi. Certo, i numeri di questo primo scorcio d’anno sono in lieve aumento rispetto alla media agli anni passati, ma credo che uno dei motivi riguardi le condizioni di ingresso: sempre di più arrivano ospiti che definire non autosufficienti è solo un aggettivo che si usava per chi non è più in grado di svolgere alcune funzioni vitali. Oggi le persone che entrano in casa di riposo sono molto più che non autosufficienti: vengono spesso accolte per un accompagnamento al fine vita. Abbiamo spesso problemi organizzativi importanti quando dall’ingresso alla morte passano sette giorni o meno: pensate solo a cosa comporta l’organizzazione del posto letto, la valutazione medica, i rapporti con i famigliari per conoscere la situazione dell’ospite, e tutto questo magari per 3 o 4 giorni, e poi si ricomincia”.

Con oltre 410 ospiti e 434 operatori, La C.a.s.a. è la struttura più grande dell’Alto Vicentino. “Ci siamo attivati fin da subito – spiega  Sola – con tutte le difficoltà immaginabili, nell’acquisto dei presidi individuali di protezione per il personale, con un costo notevole a carico del bilancio della C.a.s.a., ci siamo attivati per fare un test sierologico a tutto il personale (anche qui a nostre spese) ed poi è stato fatto a tutti gli ospiti, per avere chiaro il quadro d’insieme. Ci siamo attivati per compartimentare gli ospiti, differenziando chi è positivo al virus da chi non lo è. Pur con qualche resistenza da parte dei famigliari da subito abbiamo bloccato gli ingressi per evitare il più possibile i contagi. Abbiamo poi attivato la comunicazione a distanza con le famiglie, per chi è in grado di farlo, e quotidianamente pubblichiamo il bollettino della situazione sanitaria sul nostro sito. Potevamo fare di più? Certamente sì, ma la situazione in cui ci siamo trovati ad operare era difficile: per positività al virus ed altre malattie siamo a corto di personale e chi resta si sobbarca turni di lavoro molto pesanti. Va sempre un forte ringraziamento a tutto il personale che in questo momento non si risparmia!”.