Coronavirus e decessi: nel Vicentino aumenti fra il 19% e il 38%. I dati di cinque Comuni

La terapia intensiva dell'ospedale di Bassano (fermo immagine tratto da Rete Veneta)

“Basta parlare di morti da coronavirus!”. “Sarebbero morti lo stesso!”.”Son morte meno persone del 2019!”. “Finitela! Sembra non muoia più nessuno per infarto o altre cause!”. “Son tutte persone molto anziane e con altre patologie quelle che muoiono!”. Sono questi alcuni dei commenti che si sentono e si leggono in giro, anche nei commenti sulla nostra pagina Facebook. Sempre più spesso. Cosa c’è di vero in queste affermazioni? Per rispondere a questa domanda, abbiamo recuperato e analizzato i dati relativi al numero di decessi di alcuni fra i principali Comuni, raffrontandoli con la media dei cinque anni precedenti. Il risultato: in marzo e aprile le anagrafi hanno registrato un incremento che varia fra il 19% e il 38%.

Il Coronavirus, anche quando correlato ad una o più patologie, è stato quindi davvero la causa di molti decessi. Il dato ovviamente è un po’ sommario ma ci aiuta a non minimizzare quella che anche nel Vicentino è stata una drammatica e a volte mortale emergenza. Nei Comuni presi in esame (Vicenza, Bassano, Schio, Valdagno e Thiene) il Covid-19 potrebbe aver provocato complessivamente in questa prima parte dell’anno 57 decessi in più, se consideriamo la media dei cinque anni precedenti (dal 2015 al 2019).

Prima di entrare nel dettaglio, tre premesse e una nota di metodo si rendono necessari: la prima premessa è che abbiamo arrotondato le medie per eccesso o per difetto per non avere decimali; la seconda è che per quel che riguarda il mese di aprile, i Comuni spesso ci hanno dato per gli anni precedenti il totale per tutto il mese, che abbiamo quindi dimezzato; la terza è che una valutazione più precisa potrà essere fatta in un lasso di tempo più ampio e quindi più significativo. Crediamo però che il trend, pur con qualche differenza, non lasci adito a dubbi in merito alla pericolosità del virus.

Quanto infine al metodo, le tabelle sono state estrapolate esaminando i decessi del periodo 1 gennaio – 15 aprile di ogni anno fra il 2015 e il 2020, partendo dai dati forniteci dai Comuni e sono riferiti al totale delle cancellazioni per causa morte dai registri dell’anagrafe (per qualsiasi causa e riferiti a qualsiasi età: sicuramente, analizzando le fasce di età over75 troveremmo percentuali molto più elevate). Abbiamo anche effettuato un focus specifico sul periodo in cui si è sviluppata l’emergenza (esplosa a Vò Euganeo il 21 febbraio, è arrivata nel vicentino qualche giorno dopo, quindi abbiamo preso come punto di partenza il primo marzo).

Schio è il Comune che registra il dato più eclatante: +38% di decessi nel periodo fra inizio marzo e metà aprile: dalla media di 54 morti fra il 2015 e il 2019, si è passati infatti ai 74 del 2020. Prendendo in esame uno spettro di tempo più ampio, ossia da inizio gennaio a metà aprile, si passa da una media di 133 decessi ai 154 di quest’anno (+15,9%).

Per quel che riguarda infine Bassano del Grappa, il dato totale delle cancellazioni di residenti a causa morte fra il 1 gennaio e il 15 aprile registra un +8,3% di morti: 172 nel 2020 da inizio anno a metà aprile, contro una media di 159 negli anni 2015-2019. Restringendo il campo al solo periodo dell’epidemia (1 marzo – 15 aprile) le morti son passate dalle 60 di media degli anni precedenti alle 81 del 2020 (+35,7%).

A Thiene la percentuale di aumento di residenti morti fra inizio marzo e metà aprile vede un incremento del 27%: 46 decessi nel 2020, una media di 36 fra il 2015 e il 2019, ossia 10 in più. Prendendo in considerazione il periodo gennaio-aprile, invece, l’incremento scende al +2,4%: 95 le cancellazioni complessive per causa morte, contro una media di 93 nei anni precedenti.

I decessi di residenti a Vicenza nel 2020 sono stati fino a metà aprile in totale 427: nei cinque anni precedenti la media era di 404, quindi l’aumento è stato di 23 persone decedute (+5,7%). Se però restringiamo il periodo a quello corrispondente alla pandemia da nuovo Coronavirus, l’incremento è però del 22,4% (201 decessi dal primo marzo al 15 aprile, contro una media di 164 nei cinque anni precedenti).

Situazione simile, ma meno pesante – per concludere – e più particolare a Valdagno. Qui la media degli ultimi cinque anni nel periodo fra il primo marzo e il 15 aprile era stata di 43 decessi, che nel 2020 sono saliti a 52 (+19,8%). La singolarità qui si rileva quando si passa a considerare le morti di tutto il periodo fra gennaio e metà aprile: in numero è infatti in diminuzione in quanto i 108 decessi del 2020 vanno confrontati con una media di 111 negli anni precedenti, il che significa che complessivamente finora nel 2020 a Valdagno sono morti il 2,9% di residenti in meno. Nel dettaglio, i decessi sono stati infatti: 28 a gennaio (la media degli anni precedenti era di 36, con un picco di 47 nel 2015); 28 a febbraio (media 32, con un picco di 40 nel 2015); 34 in marzo (media precedente 31) e 18 fino a metà aprile (media 13).