Lo studio di PoliMi: Il termovalorizzatore di Ca’ Capretta non peggiora la qualità dell’aria

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Il termovalorizzatore di Ca' Capretta a Schio

Un team di esperti del Politcenico di Milano hanno analizzato i dati delle emissioni del termovalorizzatore di Schio di Ca’ Capretta e confermano: quello che esce dai camini non contribuisce al peggioramento della qualità dell’aria.

I risultati della ricerca della Sezione Ambientale del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale del Politecnico di Milano, sulla base di parametri concordati con l’agenzia regionale Arpav, confermano come non ci sia un contributo sistematico sulla qualità dell’aria da parte del termovalorizzatore di Schio.

Quello svolto dai professori Stefano Cernuschi (responsabile della ricerca) e Giovanni Lonati e dall’ingegner Ruggero Tardivo è l’aggiornamento del rapporto che periodicamente, su base biennale, la prestigiosa università milanese stila per valutare i livelli di emissioni emissivi del termovalorizzatore di Schio di Alto Vicentino Ambiente. Rapporto che è stato presentato dal Consiglio di Amministrazione e dai responsabili di Ava al comitato ristretto dei sindaci.

E che ha portato all’emissione di una nota scritta a firma congiunta da parte dei responsabili Ava e di una serie di Comuni, nella quale gli amministratori presenti, “preso atto con soddisfazione dei risultati, concordano sull’impatto ambientale contenuto dell’impianto”. Nel dettaglio  firmare la nota sono stati per Ava il presidente Giovanni Cattelan, nonché Alessia Lazzaretto e Lorenzo Righele; per i Comuni, Luciano Martini assessore di Arsiero, Piera Campana, sindaca di Breganze, Maria Teresa Sperotto sindaca di Fara Vicentino, Matteo Golo assessore di Malo, Mosè Squarzon sindaco di Monte di Malo,  Giovanni Pattanaro assessore di Piovene Rocchette, Mauro Anzolin assessore di San Vito di Leguzzano, Alessandro Maculan assessore di Schio, Gianantonio Michelusi sindaco di Thiene e Sandro Maculan sindaco di Zugliano.

Ascolta “Giovanni Cattelan, presidente Alto Vicentino Ambiente” su Spreaker.

“Fermo restando – afferma il Presidente di Ava Giovanni Cattelan – che le emissioni puntuali dell’impianto sono invece monitorate in continuo, in uscita dall’impianto, dalla società stessa e pubblicate sul sito internet della società, lo studio costituisce un’analisi terza rispetto alla società che gestisce l’impianto e funge da garanzia non solo per i soci, ma soprattutto per i cittadini che abitano nell’area circostante l’impianto di Ca’ Capretta”.
In questo senso, la ricerca ha monitorato, con campagne estive e invernali, i livelli di inquinanti in atmosfera e nel terreno su tre siti con distanze diverse dall’impianto (Pozzo di Giavenale a Schio, Socche alla Croce sempre a Schio e Chiuppano). I risultati, in linea con quelli precedenti già disponibili sul sito internet della società, rilevano valori in atmosfera inferiori a quelli di legge di alcuni ordini di grandezza e un contributo da parte dell’impianto all’inquinamento dell’area contenuto e non determinante.

“I risultati – recitano le conclusioni della ricerca – riconfermano una situazione di qualità dell’aria del tutto coerente con le caratteristiche emissive dell’area, sede di insediamenti residenziali ed industriali diffusi e, soprattutto, di una fitta rete stradale comprendente tratti e svincoli di grande comunicazione molto frequentati anche da traffico pesante. […] I livelli medi di concentrazioni osservati, attesa la loro intrinseca variabilità per effetto delle condizioni meteorologiche dei periodi di campionamento, risultano pienamente in linea con quelli di precedenti campagne condotte in passato nell’area da oltre un decennio e con analoghe metodologie di indagine, riconfermando l’assenza di esposizioni particolari a specifiche sorgenti di un sito rispetto agli altri nonché quella di azioni sistematiche di sorgenti locali su qualcuno di essi, tanto in generale quanto dell’impianto di termovalorizzazione Ava in particolare”.

Le periodiche e ormai decennali rilevazioni forniscono poi un ulteriore elemento d’analisi: “L’assenza di particolari tendenze alla variazione su lungo periodo dei principali inquinanti in traccia associabili all’attività di termovalorizzazione – si afferma sempre nelle conclusioni – costituisce, infine, un importante elemento complementare di valutazione dell’assenza di un contributo sistematico dell’impianto alla qualità dell’aria”.