Addio a Giobatta, cultore e collezionista di opere grafiche. Lo piangono Malo e il suo Museo

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Un'immagine di Meneguzzo tratta dal sito www.grupposinestetico.it

La “casa della grafica contemporanea”, che ospita la collezione tanto preziosa quanto unica nel suo genere in Italia, era davvero casa sua, ed è proprio il cuore culturale di Malo ad annunciare e piangere la morte di Giobatta Meneguzzo, che ha chiuso gli occhi venerdì. L’invidiato Museo Cabianca che raccoglie un’infinità di opere illustrate, riviste e disegni ha perso così il suo “papà”, primo fondatore ormai 43 anni fa – era il 30 giugno 1978 – di uno spazio espositivo meta ogni anno di centinaia di cultori e appassionati di cui lui è stato a lungo l’anima e il cicerone.

Un lutto che travalica i confini di Malo e permea l’Altovicentino, per un uomo di profonda cultura che si pone tra lo storico e l’artistica, o forse tutti e due all’ennesima potenza per rendergli maggior merito, che fu celebrato anche da Luigi Meneghello. Giobatta aveva oltrepassato la bella età dei novant’anni, 93 compiuti proprio ai primi di maggio (era della classe ’28), accudito dalla sua famiglia fino all’ultimo.

Uno dei decani tra i maladensi, testimone del passato e precursore dei tempi negli anni ’70 quando ideò la collezione permanente. Per chi lo conosceva da vicino, non poteva che rappresentare una bussola nel suo settore, oltre che un personaggio che suscitava insieme stupore e ammirazione per il suo parlare, che fosse italiano o dialetto vicentino poco importa. Un “insaziabile” dell’arte, come lui stesso si era definito in un’intervista alla soglia dei 90 anni, un avanguardista che più di chiunque altro voleva carpire ogni frammento della personalità degli artisti, soprattutto quelli più stravaganti e d’avanguardia appunto, racchiusi oggi in circa 3.600 opere tra manifesti, stampe, locandine, libri, riviste, documenti, sculture e di tutto un po’.

Una sorta di “tempio” culturale, più che un museo, che conserva ed espone gemme della grafica da collezione dal 1960 al 1990. Qualcuno lo ha definito come “anima nobile” ben prima della sua dipartita, un collezionista divenuto artista in prima persona per il gusto dimostrato nel comporre la sua opera omnia, ben oltre la figura del curatore museale. A dare la triste notizie dell’ultima pagina della vita sfogliata da Giobatta Meneguzzo è stato stamattina il sindaco di Malo con un messaggio.

“Di lui lo scrittore Luigi Meneghello scrisse: ‘ha esercitato un’influenza benefica, a volte provvidenziale, sul processo di rinnovamento del centro urbano di Malo, con interventi e sobrie originalità, segnatamente nel recupero dell’antica chiesa di San Bernardino, ora sala consiliare del Comune, e nel restauro e ripristino della Casabianca in cui è allogata la sua collezione.’ Fedele alle sue origini e alla sua lingua natia, il dialetto, é stato al contempo un pensatore, costantemente proiettato verso il futuro; un visionario, se vogliamo. Ci lascia – conclude Moreno Marsetti – una parte di sé nella sua collezione. Come diceva lui citando Rosenberg, una collezione è sempre una confessione. Buon viaggio Giobatta.”

All’interno della sua creatura, il Museo, ora bisognerà far spazio a una stampa più preziosa di tutte quelle che con passione sterminata e sagacia il collezionista maladense era riuscito a portare nella sua città: una sua immagine, che ricordi l’impegno formidabile per uno spicchio d’arte contemporanea da far conoscere, comprendere e amare. E, magari, facendolo trasalire dall’alto dove ora si trova, smentendo quel timore che lo affliggeva, o forse più un presagio, che quasi dieci anni fa ormai confidò in un’intervista al Giornale di Vicenza parlando proprio del Museo: “Vive e morirà con me“. L’addio con il rito religioso si svolgerà a Priabona, nella chiesa parrocchiale, martedì prossimo alle 10 del mattino. La sera prima sarà recitata una veglia di preghiera alle 20.