Il Presepe della Crosara spegne 36 candeline: “E’ la comunità che racconta sé stessa”

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Ci sono creazioni che non appartengono solo a chi le realizza, ma ad un intero paese. Il Presepe della Crosara, a Piovene Rocchette, è una di queste: un’opera artigianale che non nasce da un laboratorio, ma dal cuore di una comunità. È il frutto di mani pazienti, di ricordi condivisi, di un affetto che attraversa generazioni. Ogni casetta, ogni scorcio, ogni dettaglio racconta non solo la Natività, ma la storia stessa di Piovene, trasformando un presepe in un piccolo museo dell’identità locale.

Il presepe nasce nell’estate del 1989, quando un gruppo di amici, all’uscita dal Santuario dell’Angelo, decide di costruire una piccola capanna con la Natività. Per 27 anni quella capanna rimane all’inizio del sentiero dei Girolimini, in Birreria Vecchia: un luogo che per tutti è semplicemente “la Crosara”. È lì che le famiglie delle vie vicine, anno dopo anno, hanno custodito e alimentato la tradizione, portando legna, luci, idee, e soprattutto presenza. Col tempo il presepe cresce, si arricchisce, si fa più complesso. Ma per i piovenesi resta sempre “il nostro Presepe della Crosara”, un simbolo di appartenenza e memoria. Nel 2016 viene trasferito nel prato dietro la chiesetta dell’Ospizio, una cornice suggestiva che conquista i visitatori. Poi, quando non è più possibile allestirlo lì, l’Amministrazione comunale mette a disposizione le antiche carceri del municipio, trasformandole in una casa definitiva per questa tradizione.

È proprio in quelle stanze che oggi il presepe torna a vivere, più ricco che mai. Una Piovene in miniatura che racconta sé stessa attraverso i luoghi simbolo: “E’ un piccolo gioiello fatto con semplicità, amore e cura del dettaglio – riferisce orgoglioso Marco Meneghini, consigliere delegato alle associazioni – invito veramente tutti a vistarlo e a gustarne l’essenza”. L’allestimento si è ampliato grazie alle opere realizzate in oltre 25 anni da Pierantonio, uno degli ultimi ad aggiungersi al gruppo, che ha portato con sé decenni di creazioni nate per la Chiesa del Grumello. Con l’arrivo della pandemia non era più possibile esporle lì, e così Pierantonio ha scelto di unirsi agli “amici della Crosara”, contribuendo a rendere il presepe ancora più straordinario. Il Presepe della Crosara non è solo un’installazione natalizia: è un gesto collettivo, un rito che unisce, un modo per ricordare chi si è e da dove si viene. È la dimostrazione che, quando una comunità si mette insieme, può trasformare un’idea nata tra amici in un patrimonio condiviso. E così, tra le mura delle vecchie carceri comunali, oggi il presepe ha finalmente trovato un tetto stabile. Dove Piovene Rocchette, ogni Natale, riabbraccia un pezzo della propria anima.

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