Pronto Soccorso, due dimissioni in 48 ore. Aneta muore a casa: aperta l’inchiesta


Risiedeva a Magrè di Schio Aneta Filipov Mondin, 65 anni, deceduta nella propria abitazione dopo una serie di accessi ai servizi sanitari. La Procura di Vicenza ha aperto un’indagine per accertare le cause del decesso e ha disposto l’autopsia.
La donna si era recata per la prima volta al pronto soccorso dell’ospedale di Santorso nella giornata di martedì 1 ottobre, lamentando un dolore persistente. Dopo essere stata visitata, era stata rassicurata rispetto ad un quadro clinico non preoccupante e dimessa. Due giorni dopo, giovedì 3 ottobre, ancora prostrata da forti dolori si era presentata nuovamente presso lo stesso presidio ospedaliero, ma anche in quell’occasione era stata rimandata a casa. 72 ore dopo il tragico epilogo: nella notte fra domenica e lunedì, dopo un weekend di grande malessere e apprensione, è morta fra le braccia del marito Moreno nella loro abitazione. A nulla sono valsi gli sforzi dei sanitari, sul posto nel tentativo di rianimarla.
In precedenza, Aneta si era anche recata all’ospedale San Bortolo di Vicenza per una prima valutazione, ma il dolore non accennava a diminuire. La sequenza ravvicinata degli accessi e la successiva morte hanno quindi spinto i familiari a presentare un esposto ai Carabinieri, chiedendo che venga fatta piena luce sull’accaduto. La Procura ha già disposto l’autopsia, che sarà determinante per chiarire le cause della morte e valutare eventuali responsabilità. L’inchiesta è ora nelle mani dei magistrati vicentini, che procederanno con gli accertamenti tecnici e l’ascolto dei sanitari coinvolti. A rappresentare la famiglia è l’avvocata Deborah Squarzon, che ha rilasciato una dichiarazione improntata alla cautela e al rispetto del dolore: “In un momento tanto doloroso, soprattutto per la famiglia e il marito in particolare, chiediamo rispetto e silenzio. La magistratura sta già compiendo i suoi passi, non possiamo che attenderli con fiducia. Vedremo cosa emerge e solo allora potremo dire di più”. Intanto la comunità di Magrè è scossa e si stringe attorno ai familiari della donna, conosciuta come una persona mite e gioviale, in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
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