Il Comune nega la sala per la presentazione del libro su Ramelli, Cioni: “Questa è democrazia?”


Prima sì, poi no. La concessione all’utilizzo della sala civica di Via Roma a San Vito di Leguzzano per la presentazione del libro “Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura” prevista per il 20 giugno prossimo, è stata revocata dopo due mesi per una sopraggiunta valutazione legata ad odine e pubblica sicurezza. A darne annuncio, il dirigente provinciale Fratelli d’Italia Alex Cioni, amareggiato per una decisone ritenuta anti democratica.
Una richiesta presentata dal consigliere d’opposizione Livio Toldo ed inizialmente autorizzata, salvo rivedere tale decisione a seguito della possibilità riscontrata anche a mezzo social – questo si legge nella determina di revoca – di scontri tra opposti gruppi ideologici: “Non si trattava di un raduno eversivo, né di un evento che incitava all’odio -tuona duro Cioni – era semplicemente un momento di memoria e riflessione su una vicenda drammatica che ha segnato la nostra storia recente. Eppure, la giunta comunale di centro sinistra a San Vito di Leguzzano ha scelto di piegarsi alle pressioni, alle intimidazioni e alle minacce degli antifascisti e dei cosiddetti “democratici”, che evidentemente considerano la libertà di espressione un valore da difendere solo quando conviene alla loro parte politica.
Questa decisione è una vergogna per chiunque creda davvero nei principi della democrazia. Vietare una sala pubblica per paura delle proteste o per non “disturbare” una certa sensibilità politica significa negare il diritto fondamentale di ogni cittadino a riunirsi e a parlare, anche – e soprattutto – quando le opinioni espresse possono non piacere a tutti.
Chi oggi festeggia questa “vittoria” ottenuta con una raccolta firme-lampo e la pressione sul Comune, domani potrebbe trovarsi dall’altra parte: perché la libertà o vale per tutti, o non vale per nessuno”.
Un chiaro riferimento ad alcune sigle antifasciste che si sarebbero mobilitate tramite un tam tam mediatico per manifestare contrarietà ad un contesto ritenuto una commemorazione dove – si legge in una nota su Facebook – “i soliti facinorosi sono soliti sfilare in camicia nera”. Il 18enne Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, formazione politica giovanile del Movimento Sociale Italiano, venne aggredito il 13 marzo 1975 a Milano da alcuni militanti della sinistra extraparlamentare: morì il mese dopo a seguito delle ferite riportate. Ed il libro che ne racconta le vicende, verrà comunque presentato, sempre il 20, anella sala conferenze dell’Hotel Noris di Schio.
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