Covid, i medici di Santorso ricordano le vittime: “E’ stato un anno molto difficile”

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Il momento di raccoglimento oggi all'ospedale Covid di Santorso: da sinistra Marchetti, Bramezza e Di Caprio
Nella giornata che commemora le vittime del Covid, l‘Ulss 7 Pedemontana ha dedicato un incontro di riflessione su quello che è stato un anno che ha messo a dura prova tutti, in particolare il personale sanitario. Durante la conferenza svoltasi nel covid-hospital di Santorso è stato dedicato anche un minuto di silenzio per le vittime della pandemia del territorio pedemontano (ad oggi in tutto 463), un terzo dei quali erano ospiti nelle Rsa.
Durante l’incontro è intervenuto anche il primario del reparto Geriatria, Gianpaolo Marchetti: “Abbiamo perso molti anziani che rappresentavano la nostra memoria e che ora purtroppo sono diventati memoria. È stato un anno estremamente difficile sia come medici ma anche qualche volta come pazienti e parenti. Abbiamo dovuto imparare tanto, sia dal lato professionale che umano. Santorso è sotto pressione da marzo scorso, forse adesso vedremo uno spiraglio di speranza”.
Sono stati condivisi dagli stessi primari i dati sui pazienti ospedalieri della terza ondata. Al momento a Santorso sono ricoverati in terapia intensiva 10 persone, di cui due recentemente risultati negativi. Circa cento le persone ricoverate invece in area medica. Il primario del reparto di anestesia e rianimazione, Luigi Ongaro, ha riferito che il 7% dei pazienti ricoverati si ritrovano in rianimazione e che l’età media dei degenti è diminuita di dieci anni: “C’è un’alta presenza di persone tra i 50 e i 60 anni, il più anziano ha 69 anni, il più giovane 50. Anche la durata della permanenza è cambiata, da una media di 5,6 è aumentata a 12 giorni“.
Tra i degenti ci sono anche 20 pazienti ventilati, ospitati nell’area Covid 3. Tra i ricoveri ci sono anche dei giovani: due trentenni durante la seconda ondata, finiti in ospedale non per causa covid ma per delle patologie che sono emerse durante il ricovero e, adesso, una 22enne con disabilità ricoverata per polmonite. Non ci sono stati casi di bambini ricoverati a causa del virus ma alcuni di loro hanno sviluppato successivamente delle patologie sistemiche conseguenti al Covid.  L’ospedale, inoltre, da un paio di mesi, garantisce la presenza dei famigliari nell’evenienza che sia necessario un ultimo saluto ai pazienti.
“Come Azienda ci pare doveroso rivolgere un pensiero – ha sottolineato il Direttore Generale  Carlo Bramezza – alle tante morti premature che hanno colpito anche il nostro territorio. Oltre un anno dopo lo scoppio della pandemia stiamo ancora lottando contro questo terribile virus. Questa giornata commemorativa arriva in un momento particolarmente delicato durante quella che sembra essere una nuova ondata, ma oggi viviamo anche una fase di speranza, perché a differenza di un anno fa abbiamo i vaccini. La vaccinazione rappresenta l’unica via d’uscita dalla pandemia, l’unico strumento per arrestare l’incremento delle vittime. Vorrei dunque cogliere questa occasione anche per invitare i cittadini ad accogliere con fiducia l’invito alla vaccinazione, quando sarà il loro turno”.