La scommessa (e il sogno) del sindaco Baù: “Dopo il Parco, restauriamo Villa Rossi”


Alle pendici del monte Summano esiste un piccolo gioiello di cui tutti possono godere. È il Parco Rossi, un’oasi di verde e serenità che, dopo due anni di restauro, è stata finalmente riaperta al pubblico. Un avvenimento molto atteso, per il quale il sindaco di Santorso, Giorgio Baù, non nasconde la soddisfazione. Un’occasione speciale e sentita, che lo stesso primo cittadino ha celebrato anche con Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel ai microfoni della rubrica di Radio Eco Vicentino “L’Eco dei Comuni“.
La riapertura del Parco è avvenuta lo scorso 3 maggio, dopo una serie di interventi che, spiega il sindaco Baù, “hanno interessato tutta la cinta muraria, la serra che era crollata nel 2014, la ‘casetta dei camosci’ e il famoso tempietto-acquario. Abbiamo provveduto anche a restaurare la parte posteriore di Villa Rossi, dove si trova il cosiddetto parco delle ‘Rive’. Un lavoro costato complessivamente un milione e 600 mila euro, reso possibile grazie ai finanziamenti del Pnrr”.
“Il Parco – continua il primo cittadino – occupa una superfice di 4 mila ettari, e ospita piante meravigliose importate dal Sudamerica. Cerchiamo di tenerlo aperto il più possibile, in base alla quantità di risorse che riusciamo a mettere a disposizione. Attualmente lo apriamo di sabato pomeriggio, dalle 14 alle 19, e di domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 19. Lo usiamo per diversi tipi di iniziative, come matrimoni e rappresentazioni teatrali. Attualmente uno studio ci sta aiutando per capire come sfruttare al meglio il potenziale del Parco. Al momento l’ingresso è libero, non si paga. Poi ragioneremo sul rendere le aperture sostenibili dal punto di vista economico”.
Ma se i lavori al Parco sono stati portati a termine, il sindaco Baù non si adagia sugli allori e ha già le idee chiare su quale sarà la prossima mossa: il restauro della Villa. “Era la residenza di Alessandro Rossi – prosegue il primo cittadino di Santorso -. Acquistata nel 1865, venne restaurata dall’architetto Caregaro Negrin, e il Rossi ci abitò con tutta la famiglia. A metà strada tra Piovene e Schio, i Comuni dove aveva le sue attività”.
Anche Villa Rossi, come il Parco che la contorna, ha un potenziale in termini di aree da sfruttare: “Due stanze sono già utilizzabili – sottolinea Baù -. Poi ci sono altri spazi più o meno accessibili, però l’intero edificio necessita di importantissimi restauri. Tutto il blocco centrale, con la scalinata a chiocciola, meriterebbe un serio intervento. Dobbiamo trovare fondi, che però non possono essere comunali. Non sono sufficienti”. Il sindaco, però, non si scoraggia, il restauro della Villa è il suo sogno nel cassetto: “Riuscire a recuperare qualche bello spazio all’interno di quel meraviglioso edificio è fondamentale”.
Gabriele Silvestri
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