“Operatori del pronto soccorso stremati, l’Ulss 7 si attivi!”. La denuncia della Cgil

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
L'insegna del pronto soccorso dell'ospedale di Santorso

“Il tempo è scaduto, l’Ulss 7 Pedemontana deve dare risposte!”. E’ perentoria la richiesta della categoria della Funzione Pubblica della Cgil vicentina sulla situazione del pronto soccorso all’ospedale di Santorso. Spazi inadeguati, carenze di personale infermieristico e di autisti di ambulanza, accumolo di ferie e di ore straordinarie e persino ggressioni e minacce: è pesante il quadro che traccia l’organizzazione sindacale.

Dopo mesi di sollecitazioni, riunioni e proposte all’Azienda Ulss 7 Pedemontana sulle numerose problematiche riguardanti il pronto soccorso dell’ospedale di Santorso, la Funzione Pubblica Cgil di Vicenza ritiene che non si possa più rinviare l’individuazione di soluzioni che consentano al personale di lavorare in condizioni di piena sicurezza, ai pazienti di essere accolti all’interno di un servizio di alta qualità. Soprattutto perchè siamo  alle porte di una nuova stagione invernale che, con i suoi picchi di attività determinati dalle “emergenze influenza”, rischia di mettere in serissima difficoltà la gestione dell’intero sistema di pronto soccorso dell’ospedale Alto Vicentino, con possibili ricadute negative in primis sui pazienti, oltre che su lavoratori e lavoratrici.

“Le problematiche che abbiamo rilevato sono numerose – spiega Lara Donati della Segreteria provinciale Funzione Pubblica Cgil -, a partire dall’inadeguatezza degli spazi disponibili, a fronte di un flusso di pazienti in continua crescita. La media mensile è infatti di 5.500 accessi, con un sensibile aumento nel corso di quest’anno. A questo proposito, ci auguriamo che l’Azienda dia avvio quanto prima ai lavori di adeguamento strutturale e che il contratto di project financing non sia in alcun modo di intralcio alla realizzazione degli interventi necessari”.

A mancare poi sono il personale infermieristico e gli autisti di ambulanza (che per tutto il periodo estivo hanno garantito turni di 12 ore lavorative per mantenere attivi i servizi), con un conseguente consistente accumulo di ore di lavoro straordinario e ferie arretrate. Il sindacato segnala poi l’urgenza di una rimodulazione dei carichi di lavoro, la richiesta di una costante formazione del personale e di un maggiore affiancamento dei neo-assunti.

“A questo – continua Donati – si aggiunga l’aumento dei casi di aggressione o minacce verbali ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici, rispetto ai quali esprimiamo seria preoccupazione e abbiamo chiesto all’Azienda di intervenire con tempestività. Ma, anche su questo fronte, non abbiamo ad oggi ricevuto alcuna risposta. Da mesi sollecitiamo l’Azienda, ribadendo come le richieste del personale vadano prese sul serio e debbano trovare adeguate soluzioni. Si tratta di professionisti che ogni giorno si spendono in condizioni davvero difficili, per garantire con grande competenza e senso di responsabilità risposte qualificate a cittadini e utenti in condizioni di bisogno. Per poter garantire alti livelli di assistenza, i lavoratori e le lavoratrici devono essere messi nelle condizioni di operare in piena sicurezza ed efficienza: l’Ulss 7 non può su questo fare orecchie da mercante!”.