Scritte anti-Lega su pareti di casa del capolista di “Siamo Veneto”. Preso l’autore, ubriaco

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Un 60enne senza dimora, evidentemente alticcio, è stato fermato ieri in tarda serata a Schio mentre passeggiava per le vie limitrofe all’abitazione del capolista di “Siamo Veneto” Federico Dalle Vedove. Il quale, poco prima, aveva allertato i carabinieri della stazione locale in seguito alle scritte apparse sulle pareti esterne di casa, effettuate attraverso vernice spray, dal tono sprezzante nei confronti del partito leghista. I militari in breve tempo hanno formalizzato l’accusa nei confronti di un rumeno classe 1959, pregiudicato e sbronzo al momento del fermo, che portava con sè una bomboletta dello stesso colore – rosso – di quella utilizzata nella dimora del candidato alle prossime elezioni comunali.

Le parole, in lingua italiana che si potrebbe definire “stentata”, sono apparse sul muro di recinzione e anche su un cassonetto. Resta da accertare se il candidato della lista comunale fosse effettivamente finito nel mirino del balordo o si sia trattato di una beffarda casualità la presenza delle scritte proprio sui confini della proprietà provata del medico oculista scledense.

Lo straniero, che non avrebbe fornito finora spiegazioni al suo presunto gesto, è stato intercettato da una pattuglia dopo la doglianza di Dalle Vedove, pronto a presentare una denuncia contro ignoti per il fastidioso atto vandalico. “Considerando i concordanti ed inequivocabili indizi di reità – spiegano dalla stazione di via Maraschin attraverso una nota stampa – il soggetto è stato portato in caserma per la dovuta segnalazione alla Procura di Vicenza”. E in seguito rimesso in libertà. L.F. – queste le iniziali diffuse del probabile artefice delle scritte – dovrà rispondere di deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

Si tratta di un nuovo episodio di “attacco” a sedi istituzionali con imbrattamenti di diversa forma: i recenti precedenti di fronte alla sede del comitato elettorale della Lega nel centro di Schio e nell’abitazione maranese del deputato Erik Pretto.