Tebah della discordia al Tretto. L’artista Frigo: “Vorrei poter spiegare il progetto”

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Sta creando non poche polemiche nell’altopiano del Tretto di Schio il progetto dell’artista asiaghese Alberto Frigo, professionista di fama internazionale che da anni vive tra Svezia e Olanda. Frigo infatti ad aprile aveva concluso l’iter burocratico per installare un’opera d’arte moderna posizionata in zona Novegno a mille metri di altitudine, quando un cacciatore proprietario di un casotto poco lontano aveva sollevato la questione presso il Comune di Schio.

Di lì sono partite nuove richieste di integrazioni al progetto, un cubo di 7,6 metri di lato fatto in reti elettrosaldate che racconta la vita dell’artista a partire dal 2004 e che si concluderà nel 2040, coprendo cioè la vita di Frigo dai 24 ai 60 anni. “Grazie infatti ad una struttura di 15.552 pixel (riquadri in metallo, ndr), cioè per ognuno dei 36 aspetti della vita che digitalizzo come attività, sogni e luoghi, è possibile, accedendo, visionarne un mese – spiega Frigo -. Quindi se sono 432 i mesi nell’arco della durata del progetto, per ogni mese presento 36 aspetti di vita differente. Il tutto può essere visionato nel sito 2004-2040.com. Non sono previste fondazioni in quanto l’opera è appoggiata al suolo, ed è totalmente permeabile all’acqua, visto che i piani di calpestio sono in grigliato metallico, e al vento”.

La struttura – un’installazione con struttura in ferro e percorribile su due piani – è chiusa da una rete elettrosaldata con diversi pixel pieni e vuoti, che corrispondono a 0 e 1, un codice binario che descrive ognuno dei 36 aspetti del progetto. “Da dentro – aggiunge l’autore –  ciascun pixel rivela una delle 15.552 immagini mensili scaricabili dai visitatori tramite un codice QR posizionato dietro appunto ogni pixel. Essendo poi realizzata in ferro non trattato il processo di arrugginimento e di crescita di elementi vegetali fa parte dell’installazione, e contribuisce all’inserimento paesaggistico del manufatto, che verrà ‘fagocitata’ dalla natura”. L’opera è denominata “Tebah” (termine arcaico che sta ad indicare un oggetto che “contiene”, dall’Arca di Noè alla culla in cui venne deposto Mosè, dall’Arca dell’Alleanza al significato di tabernacolo, e che in questo caso contiene ricordi) ed è un’installazione artistica paragonabile a una scultura, volutamente contemporanea e artificiale nella forma ma allo stesso tempo relazionata al contesto per l’utilizzo di un materiale destinato naturalmente ad invecchiare, in grado di offrire nuove prospettive sul paesaggio circostante.

“L’iter per questo progetto costruito su un terreno di mia proprietà – spiega Frigo – è iniziato anni fa, e realizzato con un finanziamento di 150mila euro. Nel settembre 2018 la giunta ha votato a favore del progetto, e ho trovato grande entusiasmo da parte loro. A gennaio 2019 ho presentato in giunta il progetto finalizzato dallo studio architettonico. Ricevo poi una email dal Comune che spiega che l’assessore avrebbe preparato una lettera perché l’istallazione così com’era, ossia una scultura cubica permeabile a pioggia e vento studiata per non necessitare fondamenta, non aveva bisogno di ulteriori autorizzazioni”.

L’iter è proseguito fino a maggio senza intoppi. “Ho comprato il materiale e abbiamo iniziato a livellare il terreno. È stato allora – prosegue Frigo – che un cacciatore ha sollevato osservazioni. Il comune mi ha quindi chiesto nuove autorizzazioni. I tecnici comunali a quel punto decidono di dare una nuova interpretazione della normativa: poiché l’intervento non rientra specificamente tra quelli contenuti nel glossario interventi edilizia libera, pur non trattandosi di un edificio vero e proprio richiede di essere autorizzato con permesso di costruire. Le lavorazioni vengono sospese quando l’installazione si presenta realizzata nella struttura metallica poggiata al suolo e in quattro pilastri collegati da travi orizzontali all’altezza del primo impalcato”.

A luglio arriva la richiesta di spostare l’opera ad almeno cento metri dal casotto del cacciatore. “Pertanto nelle integrazioni presentate il 5 luglio – spiega Frigo – la collocazione dell’opera è stata spostata di dieci metri a valle e due metri in direzione nord-est rispetto al sedime realizzato, garantendo in tal modo le distanze richieste”.

A quel punto Frigo, esasperato per le lungaggini dell’iter, prende picco e carriola facendo lo sbancamento nel nuovo sito individuato. Ma ad agosto arriva un verbale dei carabinieri forestali per aver creato il nuovo piano dove posare l’istallazione senza autorizzazione, e parte una raccolta firme dei cittadini del Tretto e provincia (oltre 250 quelle già raccolte), e una mozione al consiglio comunale promossa dalla minoranza di centrodestra, che chiede di annullare l’opera. Ad oggi, il Comune sta svolgendo ulteriori verifiche, ma c’è la volontà di arrivare a una soluzione condivisa, previa assemblea pubblica per spiegare ai residenti il progetto.

“Mi spiace veramente tanto che si sia creato questo clamore – conclude Frigo – se ci fosse una conoscenza corretta della portata, dimensioni e senso del progetto penso che non ci sarebbero stati tutti questi problemi. Confido di poter spiegare tutto in un’assemblea pubblica che faremo nelle prossime settimane. Penso che questo progetto potrebbe portare notevole beneficio al Tretto, portando un flusso turistico intelligente, che capisce la valenza artistica di questo progetto”.

A Frigo, dopo la sanzione dei carabinieri forestali, sta per arrivare anche una sanzione amministrativa da parte del Comune. “Fin da subito – spiega il sindaco Valter Orsi – abbiamo spiegato all’artista che un’opera del genere andava presentata e condivisa con la popolazione del Tretto, per rendere i cittadini partecipi delle cosa e anche delle opportunità che può rivestire per il territorio. A prescindere dal fatto che esteticamente piaccia o meno, essa può diventare un polo di attrazione per la zona, da un punto di vista anche turistico. Ad oggi però siamo ancora in attesa del domanda relativa al nuovo progetto ridimensionato”. Quanto alla mozione presentata della Lega che chiede “rispetto per il territorio del Tretto”, a firma di Luigi Santi, Ilenia Tisato e Alex Cioni di PrimaSchio, Orsi sottolinea che la stessa contiene una serie di imprecisioni grossolane, “e dimostra la scarsa conoscenza della questione da parte di chi l’ha presentata”. La questione approderà in consiglio comunale a fine mese.