Sette minorenni rubano l’auto e cappottano. Acerbi: “Non condanniamo le famiglie”

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E’ al vaglio della Procura del Tribunale per i Minorenni di Venezia la situazione dei sette minorenni che giovedì scorso a Valdagno si son resi protagonisti di una bravata che poteva trasformarsi in un dramma: i ragazzi infatti hanno rubato un’auto per andare a farsi un giro ma dopo pochi chilometri sono usciti di strada, capottando e finendo in un campo. Il gruppetto si è poi dato alla fuga ma è stato visto da una persona di passaggio.

Il gruppo è composto da quattro le femmine e tre i maschi, tutti fra i 14 e i 16 anni, la maggioranza italiani e alcuni figli di cittadini stranieri (quindi di seconda generazione). Tutto è iniziato giovedì nel primo pomeriggio, quando uno dei ragazzi, a casa della nonna, ha sfilato dalla bacheca le chiavi di riserva della vecchia Fiat Punto della zia, che si trova fuori città, e si è poi incontrato con alcuni amici. “Io so guidare” ha affermato uno dei ragazzi, un 14enne.

E’ nata allora l’idea pericolosa di “andare a farsi un giro” con l’auto. Saliti tutti e cinque a bordo, son passati a prendere altri due amici e si son messi in carreggiata, imboccando la strada provinciale 246 per San Quirico, ritenendo evidentemente di farla franca e incuranti non solo dei rischi che correvano per la propria incolumità ma anche dei guai che avrebbero fatto passare alle rispettive famiglie.

E infatti dopo l’abitato di Maglio di Sopra è accaduto l’irreparabile: il ragazzino ha perso il controllo dell’auto, che ha sbandato, e sterzando nel tentativo di tornare in carreggiata ha peggiorato la situazione, facendo cappottare la Punto, andata distrutta, dopo una lunga frenata. I sette – miracolosamente illesi – son usciti dall’auto e sgattaiolati via in fretta e furia, una ragazza zoppicando. Uno dei ragazzini è stato però riconosciuto da un automobilista in transito, che ha assistito alla scena. Prima di sera la polizia locale Valle Agno, coordinata dal comandate Daniele Vani, è riuscita a stringere il cerchio attorno al gruppetto, costretto a presentarsi in comando insieme ai genitori: si tratta di sei ragazzi di Valdagno e uno di Cornedo.

Fra venerdì e sabato i genitori e i ragazzi e le ragazze hanno quindi sfilato nella sede della polizia locale, dove le indagini coordinate dal vice commissario Diego Santagiuliana hanno consentito di chiarire il quadro delle responsabilità ammesse dai diretti interessati. Nel frattempo la proprietaria dell’auto ha sporto denuncia per furto e la polizia locale ha fatto partire una segnalazione alla Procura presso il tribunale dei minori per il quattordicenne alla guida senza patente e il sedicenne che ha sottratto l’auto. Previste anche numerose contravvenzioni amministrative, e relative multe, di cui dovranno farsi carico i genitori.

“Il fatto accaduto accende un campanello d’allarme – spiega il sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi – e solo per un caso fortunato non si è trasformato in tragedia. Innanzitutto mi sento di ringraziare l’operato del Comando di polizia locale che ha svolto rapide indagini arrivando velocemente ad individuare i colpevoli. Scoprire che si tratta di giovanissimi ci preoccupa non poco e per questo dobbiamo prendere con ogni cautela questa spia. L’intervento che possiamo attivare per questi ragazzi non è semplice perché mette in campo diversi soggetti: forze dell’ordine, servizi sociali, educatori di strada, ma anche scuole e famiglie. Prima di condannare le famiglie, come una certa facile critica sui social porterebbe a fare, vanno sondati i reali motivi di questo disagio per approntare gli strumenti adeguati. Il nostro impegno è senza dubbio quello di proseguire in questo sforzo, pur consapevoli delle criticità che ad esempio la Tutela Minori dell’Ulss sta affrontando e che auspichiamo possano trovare una soluzione rapida per contare su persone preparate e formate appositamente in grado di operare sul nostro territorio”.

L’amministrazione comunale d’altronde da tempo ha gli occhi puntati su alcune situazioni di disagio giovanile e di gruppi di ragazzi a rischio devianza e proprio per questo sta per partire nelle prossime settimane un progetto, finanziato dalla Regione Veneto, che si concentrerà sugli spazi della biblioteca, con un intento educativo. Sarà infatti attivata una rete di soggetti (fra questi il Comune, la polizia locale, i servizi sociali, l’Ulss e le cooperative sociali del territorio) che, in base alle rilevazioni e osservazioni che emergeranno da alcuni monitoraggi e questionari all’utenza, si potranno attivare anche per specifiche azioni di prevenzione o intervento su casi di disagio. Il progetto ha uno scopo di osservazione per poi attivare gli interventi del caso, anche dal punto di vista dell’offerta di servizi della biblioteca, quindi non solo sul tema del disagio giovanile.