ViAmbiente, Ava fa ricorso al Tar contro le delibere di Schio e Torrebelvicino

In terma di gestione del ciclo dei rifiuti volano le carte bollate fra la società Alto Vicentino Ambiente e i Comuni di Schio e Torrebelvicino, mentre si avvicina la scadenza di fine anno, entro cui dal notaio andrà costituita la nuova società che nasce dalla fusione per incorporazione di Soraris in Ava.
I vertici di quest’ultima, infatti, dopo un approfondimento legale hanno comunicato oggi di aver depositato due ricorsi al Tar per impugnare parzialmente le delibere dei Comuni di Schio e Torrebelvicino dell’ottobre scorso nelle quali le due amministrazioni hanno bocciato la fusione.
In particolare, nel mirino del ricorso al Tribunale Amministrativo Regione c’è la parte delle due delibere nelle quali si decide di non sottoscrivere i patti parasociali con gli altri Comuni per governare assieme ViAmbiente. “Nei giorni scorsi – si legge in una nota stampa – la società aveva invitato i Comuni di Schio e Torrebelvicino a prendere atto che la fusione era stata approvata ad ampia maggioranza da parte degli altri Comuni e a rivalutare la decisione impugnata, ricevendo solo risposte interlocutorie”.
Nocciolo della questione è il controllo analogo congiunto, ossia quella forma di controllo pubblico esercitato insieme dalle pubbliche amministrazioni che socie di società cosiddette “in house”, ossia che sono state create per far gestire insieme a più comuni servizi pubblici come, appunto, quello della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Nel dettaglio, Ava sostiene che da gennaio la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani di Schio e a Torrebelvicino non potrà essere mantenuta in affidamento diretto come avviene ora, dato che i due Comuni, col loro “no” alla fusione, si son chiamati fuori dall’esercitare il controllo analogo congiunto previsto dalla normativa.
Già da questo si capisce la questione è assai complicata, ma in sostanza si potrebbe rendere in modo più semplice la questione dicendo che Schio e Torrebelvicino, soci di Ava, con il loro “no” alla fusione si son di fatto estromessi dalla possibilità dell’affidamento diretto alla nascente Viambiente della propria gestione dei rifiuti urbani.
“Infatti – specifica meglio la nota di Ava – l’articolo 16 comma 1 del Testo Unico sulle Società a Partecipazione Pubblica, in conformità alle menzionate Direttive dell’Unuone Europea, stabilisce che ‘Le società in house ricevono affidamenti diretti di contratti pubblici dalle amministrazioni che esercitano su di esse il controllo analogo o da ciascuna delle amministrazioni che esercitano su di esse il controllo analogo congiunto‘. L’affidamento diretto si fonda sul presupposto della permanenza del controllo analogo congiunto del Comune affidante, in difetto del quale la stessa ragion d’essere del contratto di servizio viene meno“.
Al via il “fidanzamento” fra Ava e Soraris: obiettivo una nuova società a gennaio 2025
Di più, deliberando di non sottoscrivere i patti, Ava ritiene che “i due Comuni presuppongono di adottare un nuovo modello di gestione diverso da quello pubblico, ma questa scelta da anni non compete più ai singoli Comuni, bensì al Consiglio di Bacino“. Una scelta normativa dovuta alla volontà della Regione e del legislatore “di arrivare a gestioni non più frammentate, ma industriali ed efficienti”. In merito, Ava ricorda che il percorso di aggregazione con Soraris è stato deliberato a fine 2024 nel documento di programmazione pluriennale del Consiglio di Bacino Vicenza “che ha le funzioni di organizzazione del servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani, di scelta della forma di gestione, di affidamento della gestione e relativo controllo. Sarà quindi il Consiglio di Bacino – sottolineano i vertici di Ava – a decidere da chi e come sarà gestito il servizio essenziale nei Comuni di Schio e Torrebelvicino”.
La questione economica
La questione ha risvolti, per i due Comuni e i loro cittadini, non indifferenti. E lo ricorda la stessa nota di Ava, che sottolinea come nell’Alto Vicentino i costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti siano più bassi che altrove. “Nel recente bilancio di sostenibilità approvato dall’assemblea dei soci – spiega la società – si sono confermate le ottime performance della società, che ha un costo per abitante servito di 110 euro medi, rispetto ai 160 del resto dei Comuni veneti e ai 200 del resto d’Italia, con un tasso di raccolta differenziata che sfiora il 78% e un recupero di rifiuti a materia prima seconda del 68%. Le operazioni di aggregazione sono state portate avanti per difendere il controllo pubblico dei rifiuti da parte dei Comuni rispetto al rischio di privatizzazione del settore, molto concreto nel caso in cui il servizio fosse assegnato con gare pubbliche”.
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