Calcio senza soldi: Figc e Lega di A deluse dal governo

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Nei palazzi del mondo del calcio, da venerdi 15 ottobre rimbombano: delusione, rabbia e preoccupazione. Tutto questo perchè le richieste avanzate dalla Figc al governo (con il costante sostegno della Lega Serie A) e su cui gli uffici federali hanno lavorato per mesi, sono state escluse dal decreto fiscale approvato dal Consiglio dei ministri.

In via Allegri a Roma si respira dunque forte preoccupazione e giustificata delusione alla luce dei tanti sforzi fatti fino a oggi. Si parla di una grande occasione persa, ma la speranza come sempre è l’ultima a morire: non è finita qui, ripetono in Federcalcio. L’obiettivo è portare avanti le riforme che consentano al calcio di ripartire nel segno della sostenibilità.

Servono comunque aiuti economici urgenti dopo quasi due anni di pandemia che hanno portato al calcio perdite per oltre 1,2 milioni di euro. Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha più volte lanciato il suo grido di allarme e sperava di avere le prime risposte concrete con il dl Fisco; dovrà aspettare ancora. Grande delusione anche negli ambienti della Lega Serie A.

Grande sorpresa da parte di tutti nel non vedere accolta nemmeno una delle sette richieste fatte in estate. Con una lettera inviata al premier Mario Draghi e ai suoi ministri, Gravina aveva portato avanti il progetto anche in nome dei club del massimo campionato. Oltretutto, si trattava di provvedimenti che non prevedevano ristori ma, come ripetuto anche di recente dal presidente Dal Pino, si era deciso di puntare su manovre fiscali che allo Stato non sarebbero costate nulla.

La richiesta più urgente che non è andata in porto. Riconoscere alle società sportive, fortemente colpite dalla pandemia di Covid-19, la sospensione e la rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi; il provvedimento non sarebbe dovuto durare fino al 2024 come si era pensato in un primo momento ma, visto che il decreto è legato allo stato di emergenza sanitaria che scade il 31 dicembre del 2021, era stato scelto di limitare lo stop da luglio a dicembre di quest’anno per quanto riguarda i versamenti Inps e da marzo a dicembre per l’Irpef.

Perchè non si è andati a dama? Qualcuno ha parlato di un ritardo da parte del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali nell’inviare la norma da valutare. In realtà, fonti vicine allo stesso Sottosegretario parlano di bocciatura perché le richieste andavano oltre il 2021, dunque dopo la fine dello stato di emergenza, ma viste le modifiche fatte dalla Federcalcio, sembra che alla base del problema ci sia altro.

L’impressione resta quella che il governo sia dubbioso sull’aiuto, seppure indiretto, al calcio, nonostante la grande dimensione sociale ed economica dell’industria del pallone. Senza dimenticare il ritorno in termini fiscali di cui grazie al pallone gode tutto il Paese. L’unico a parlare ribadendo la necessità del provvedimento è il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli: “Riconoscere alle società sportive sospensione e rateizzazione dei versamenti è fondamentale per non aggravare una situazione già molto complicata, e mi riferisco in particolare modo alle società della Serie C”.