“Il coraggio dei Sogni”: l’alpinismo solidale di Tarcisio Bellò

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L’alpinismo è un’attività che offre la possibilità di superare di volta in volta i propri limiti esplorando nuove vie mai raggiunte prima, ma anche di dare forma al desiderio di conoscere culture nuove con la voglia di aiutare la gente del posto che ci accompagna in queste imprese.

Tarcisio Bellò alpinista e scrittore vicentino, ha raccontato ai microfoni di Radio Eco Vicentino cosa significa scalare, esplorare, soffrire per arrivare in cima e al contempo essere solidali ed essere altruisti con gli altri: “Ho scelto l’alpinismo perché mi offre la libertà di fare ciò che mi sento e voglio. Oggi abbiamo perso totalmente la concezione dell’ambiente naturale perché viviamo in case dotate di tutti i comfort, ma l’esperienza di dormire fuori senza la tenda, con le stelle e la via lattea che ti passa sopra, è una delle cose impagabili che tutti noi dovremo provare nella vita”.
Ascolta “Tarcisio Bellò: “Il coraggio dei Sogni”, una cordata solidale per l’Hindu Kush” su Spreaker.

Come racconta nel podcast dell’intervista, Bellò ha cominciato a scalare in età adulta nonostante già da bambino fosse amante della montagna: “Ho iniziato con le Piccole Dolomiti: adesso sono molto frequentate, ma all’epoca non c’era nessuno che ci andava – spiega lo scalatore – l’esplorazione pioneristica di questi luoghi mi ha stimolato molto, diventando uno degli aspetti che ha connotato la mia attività di alpinista”. Tante le vie nuove aperte dall’alpinista di Bolzano Vicentino.
Nella sua carriera, oltre a scalare l’Everest e arrivare senza ossigeno fino a 8000 metri sul K2, è riuscito nell’impresa di raggiungere la vetta di cinque montagne inviolate nel Hindu Kush, una catena montuosa a nord del Pakistan, di cui a quattro ha dato il nome. La scalata di cui va più fiero è quella effettuata insieme ai suoi compagni sulla vetta del monte Karka a 6222 metri, un’impresa di soli tre giorni senza utilizzare corde fisse, in mezzo a una bufera di neve, costretti a costruire delle buche per proteggersi dalle valanghe.

Nel giugno del 2019, la spedizione di cui faceva parte fu travolta da una slavina in Pakistan sull’Hindu Kush. L’obiettivo era raggiungere una vetta ancora inviolata: Bellò rimase ferito (“Quel giorno inizia la mia seconda vita”, spiega ora), mentre una guida pachistana che era con lui e il resto della cordata è dispersa.
Nei suoi vent’anni di spedizioni Tarcisio Bellò ha preso appunti sul suo diario riportando notizie, aneddoti che ha poi deciso di raccoglie nel suo ultimo libro: Il coraggio dei Sogni. una cordata solidale per l’Hindu Kush. Pagine che narrano la vita di uomo che ha dedicato la sua esistenza all’avventura, dalla scoperta di luoghi inesplorati alla creazione di progetti solidali per le popolazioni locali come la costruzione di un acquedotto, un ponte, una strada. Ora si sta dedicando ad un’opera a cui tiene particolarmente: una scuola di alpinismo in Hindu Kush, questo angolo del mondo così poco conosciuto. “E’ un racconto di avventura, di esplorazione, che ci insegna come attraverso l’alpinismo sia possibile portare un aiuto umanitario in quei luoghi – racconta Bellò – L’idea è quella di costruire un centro per il turismo in questa valle secondaria, formando guide alpine tra la popolazione locale: sarebbe un veicolo di sviluppo economico importante per coinvolgere giovani che escono delle scuole e che al momento, non avendo opportunità di lavoro, sono costretti ad emigrare”.

Grazie alla sua associazione Montagne e Solidarietà si è riusciti a raccoglie fondi ed a cominciare così i lavori di costruzione. La scuola, che sorgerà nel villaggio pakistano di Gothulti, sarà intitolata alla memoria dell’amica Cristina Castagna, l’alpinista valdagnese sua grande amica, morta nel luglio 2009 mentre tentava di scalare il Broad Peak tra Cina e Pakistan.
“La scelta del titolo del libro, ‘Il coraggio dei sogni’ – spiega l’alpinista – si riferisce all’incoscienza e al coraggio che ci è voluto per salire delle vie sconosciute in montagne di cui non si sapeva nulla, di cui non esistono guide che ne parlano: è veramente qualcosa di pioneristico, devi saperti gestire, arrangiare per vivere questa grandissima avventura; poi c’è il coraggio di legare con le persone del luogo, cosa che la maggior parte degli alpinisti non fa”. I ricavi del libro verranno totalmente devoluti al progetto in Pakistan. Il volume è disponibile in libreria, può essere richiesto direttamente a Tarcisio, oppure anche attraverso la casa editrice Hoepli.

Andrea Falcone