50 anni fa il massacro di Cielo Drive. Sharon Tate e il suo legame con Vicenza

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La bellezza che toglieva il fiato, la giovinezza, una folgorante carriera nel cinema, e poi quella vita che portava in grembo. Spazzate via nell’arco di una sola maledetta notte, tra l’8 e il 9 agosto 1969, esattamente 50 anni fa. Una notte di sangue, di violenza insensata e inaudita, che sconvolse Hollywood e il mondo intero e che proiettò un’ombra oscura sul sogno di quella stagione di pace, amore e libertà. Portando alla ribalta delle cronache uno dei criminali più efferati della storia, Charles Manson.

Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, aveva solo 26 anni ed era incinta quando, nella sua villa al 10050 di Cielo Drive (sulle colline di Bel Air), piombarono tre adepti della sanguinosa setta di Manson. Fu massacrata con 16 coltellate, insieme ad altri 4 amici che si trovavano insieme a lei nella casa. Un episodio al centro anche dell’ultimo film di Quentin Tarantino, “Once upon a time in Hollywood”, che arriverà a settembre nelle sale italiane.

Ma forse pochi sanno che l’attrice ebbe un legame con Vicenza. Nata a Dallas nel 1943, all’età di 16 anni aveva già vissuto in 6 città diverse a causa dei continui trasferimenti del padre, il colonnello dell’esercito americano Paul James Tate. Fu nella primavera del 1960, secondo quanto riporta la biografia di Ed Sanders “Sharon Tate: a life”, che la famiglia si trasferì di stanza alla caserma Ederle di Vicenza.

Proprio nella città berica la giovanissima Sharon frequentò il liceo americano per qualche mese tra il 1960 ed il 1961, anno in cui si diplomò. Nel periodo della sua permanenza in Italia imparò a parlare l’italiano e cominciò a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo, aiutata da una bellezza fuori dal comune. Fu cheerleader per la squadra di football Vicenza Cougars e nell’autunno del 1960 fu eletta reginetta del ballo “Homecoming Dance”. Arrivarono anche i primi attestati di popolarità grazie ad una fotografia in costume da bagno che finì sulla copertina della rivista dell’esercito “Stars and Stripes” e che la rese celebre negli Usa.

Ma Sharon sognava un futuro da attrice. E proprio la sua nascente passione per il cinema la portò in più occasioni a curiosare sui set di alcune produzioni dislocate tra Verona e Venezia. Nel 1961 insieme ad alcune amiche, seguendo le riprese del film “Le avventure di un giovane”, interpretato da Paul Newman, Susan Strasberg e Richard Beymer, che stavano girando a Verona, ottenne il ruolo di comparsa. Lo stesso anno, sempre a Verona, fu sul set del film “Barabba”: l’attore Jack Palance rimase colpito dalla sua bellezza e la aiutò ad ottenere un provino a Roma, che però non andò a buon fine.

Tutto questo durò solo pochi mesi, finché la famiglia Tate non fece ritorno in patria nel 1962 e Sharon si trasferì a Los Angeles, in California. Da allora le porte si sarebbero spalancate per accoglierla nello sfolgorante star system hollywoodiano: i film, le copertine, gli amori, poi l’incontro e il matrimonio con Polanski. Fino a quella tragica notte, nell’agosto di 50 anni fa, quando il sogno fu spezzato inesorabilmente dalla follia di una mente omicida.

Andrea Fasulo