Anche il calcio di periferia si mobilita per l’Altopiano. No al biglietto d’ingresso, sì all’offerta

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Una cassetta per le offerte insieme ad alcuni ritagli di giornale e immagini dei danni a Rozzampia

Un calcio al pallone ma anche una mano al portafogli, tutto per solidarietà. Domenica speciale a Rozzampia, la località di Thiene che ospita l’aeroporto Ferrarin proprio alle spalle del campo parrocchiale. E non solo per il “derby delle frazioni”, distanti una manciata di chilometri una dall’altra, vale a dire il match di Seconda Categoria tra Rozzampia e Molina. Finirà 3 a 0 per i thienesi padroni di casa sui maladensi ospiti, ma a vincere e spiccare il volo è stata la generosità delle circa 200 persone che si sono date appuntamento per un pomeriggio di calcio in pianura, ma col pensiero rivolto ai “cugini” dell’Altopiano. E un’offerta raccolta al posto del consueto biglietto d’ingresso.

Praticamente tutti i presenti hanno contribuito, calciatori compresi, chi devolvendo i canonici 5 euro che solitamente rappresentano il costo del biglietto in occasione delle partite ufficiali, chi alzando “la posta” visto il fine nobile. Concordi le due società e pure i sostenitori delle diverse sponde, per un’iniziativa accolta di buon grado e che ha fruttato circa 600 euro. Sarò proprio un giocatore in forza al Rozzampia a consegnare il “gol” più importante della domenica nelle mani di una delle famiglie più colpite dal dramma.

Qualcuno avrà inserito solo qualche spicciolo ma poco importa, “un aiuto per l’Altopiano” arriverà a destinazione per contribuire alla ricostruzione dopo folate di vento e il nubifragio di una settimana fa. La volontà dei dirigenti sportivi thienesi, nella fattispecie, consiste nel devolvere la somma raccolta a favore delle attività montane messe in ginocchio, tante delle quali portate avanti da aziende a conduzione familiare.

Con la speranza per nulla velata che “altre società vicentine del calcio dilettantistico replichino questa iniziativa in occasione delle prossime partite casalinghe” nell’immediato futuro, così come ha confidato un dirigente della società all’accoglienza al campo sì di periferia, ma con al centro un cuore grande nell’occasione.