Si spara per errore all’inguine e rischia di morire dissanguato. Salvato da moglie e chirurghi

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Solo pochi centimetri più in là e nemmeno la perizia dell’èquipe dei chirurghi che lo ha preso in cura, operandolo d’urgenza, sarebbe bastata per salvarlo da una morte sicura. Tutto ciò dopo che un proiettile gli è stato estratto in ospedale in prossimità di un’arteria femorale, sotto l’inguine.

Potrà ora raccontare in prima persona la sua disavventura un pensionato di Arsiero, che nei giorni scorsi si è autoinferto un colpo di pistola a Castana di Arsiero, nell’area montana della Val d’Astico. Il 76enne vicentino, le cui iniziali sono G.C., si trova tutt’ora ricoverato nel polo altovicentino di Santorso, fuori pericolo e in convalescenza in attesa che la ferita si rimargini e si possano escludere pericolose infezioni in seguito al colpo di arma da fuoco accidentale.

Essenziale per salvarlo è stato l’intervento chirurgico allestito con tempestività e concluso con successo, dopo il ricovero del pensionato in codice rosso intorno al mezzogiorno di domenica. Al pari della presenza e soprattutto della reattività della moglie in casa insieme a lui, poco prima dell’ora di pranzo, lei la prima a prestargli soccorso e, a conti fatti, abile a decidere di trasportare lei stessa in ospedale il marito in preda al dolore.

In qualche modo la donna, ex titolare di un esercizio alimentare in paese, con indumenti di fortuna è riuscita a tamponare il flusso di sangue dalla gamba, guadagnando così tempo prezioso ulteriore decidendo di salire in macchina al più presto in direzione Santorso. Al resto ci ha pensato il “fato”, visto che il proiettile partito dalla canna mentre l’anziano stava ripulendo l’arma carica poteva ucciderlo se avesse trapassato l’arteria femorale.

Ex artigiano in pensione, il 76enne vicentino si sta riprendendo, adeguatamente assistito dal personale sanitario del reparto di degenza in seguito al “blitz” in sala operatoria di domenica. Tra qualche giorno potrà far rientro a casa e iniziare la graduale riabilitazione dell’arto ferito, per una convalescenza stimabile in almeno un mese. In questo frangente di pausa, avrà di sicuro tempo e modo di ringraziare la compagna di vita per la decisione corretta presa d’impeto e il sangue freddo dimostrati nell’emergenza, forse decisivi per consentirgli appunto di raccontare ad amici e parenti quanto gli è accaduto in futuro.