Sequestrato un arsenale di armi in casa di due fratelli cacciatori: revocati i porti d’arma

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251 fra fucili, carabine oltre a pistole e pure alcune baionette baionette, parte delle quali da collezione e praticamente tutte funzionanti, sono state sequestrate nel corso di una perquisizione congiunta da parte di polizia di Stato, polizia provinciale e vigili del fuoco nei confronti di due cacciatori residenti a Breganze. Fratelli tra loro, entrambi denunciati.

Si tratta di armi da fuoco e armi bianche detenute legalmente – sono in corso i dovuti accertamenti in merito – ma che non erano custodite secondo le regole di sicurezza previste dalle norme sul loro possesso. In altre parole, costituivano un potenziale significativo pericolo se fossero finite nelle mani sbagliate. Ad attirare i primi sospetti (nati per caso nel corso del controllo dell’attività venatoria nelle campagne della zona), era stato il canto di un uccellino, un lucarino nello specifico, utilizzato per il richiamo.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati nel dettaglio 132 tra fucili e carabine, 71 pistole di varie tipologie e 48 lame e baionette risalenti alla Prima e Seconda Guerra mondiale. Al pari di proiettili e munizioni in genere – circa 200 – e un deposito di polvere da sparo non protetto in maniera adeguata, a serio rischio di esplosione e di incendio come riporta la nota sull’operazione diffusa oggi. Tutte le armi sono state rinvenute in un unico luogo, in un edificio di Breganze, alcune riposte in un sottotetto dove solo i vigili del fuoco sono potuti arrivare usando l’autoscala.

Rese note le iniziali dei fratelli indagati: F.C. e A.C., nei confronti dei quali il questore ha disposto la revoca ed il ritiro dei porti d’arma e delle rispettive licenze di tiro a volo, di collezionismo e di caccia delle quali erano titolari. Pur non specificando di non aver alcun riscontro di finalità eversive o di attività diverse dall’attività venatoria e il collezionismo di genere, si tratta di uno dei sequestri di armi più ingenti in anni recenti nel Vicentino.

“Detenere e maneggiare un’arma è, in generale, una attività assai delicata, soprattutto da parte di soggetti che lo fanno con negligenza e con imperizia: è assai probabile che tutto ciò possa comportare tragiche conseguenze, alle quali, purtroppo, troppo spesso abbiamo dovuto assistere – sottolinea il questore Paolo Sartori –. Per questi motivi avere nella propria disponibilità un’arma non sempre, e non necessariamente, significa maggiore sicurezza. Procurarsi un’arma da detenere nell’abitazione nella quale convivono i nostri stessi familiari è una decisione che va valutata con attenzione. Qualora si decida in tal senso, occorre essere perfettamente consapevoli della assoluta necessità di osservare rigorosamente tutte le prescrizioni del caso e di seguire i consigli suggeriti dagli esperti dell’Ufficio Armi della Questura”.

“L’esperienza e la conoscenza del territorio degli agenti di Polizia Provinciale sono stati fondamentali per questo intervento e lo sono più in generale per le attività di controllo a cui sono chiamati – precisa il Consigliere Provinciale Mattia Veronese -, il canto del lucherino è stato una sirena d’allarme per un’operazione che ha messo in rilievo irregolarità e che ha portato al sequestro di ieri.” “Il nostro obiettivo è far sì che la caccia, per le modalità in cui è permessa, si svolga con regolarità – aggiunge il Presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin -, obiettivo che è condiviso dalle associazioni venatorie, le prime interessate al rispetto delle regole e con cui collaboriamo in maniera proficua per contrastare il bracconaggio”.