Sandonà rinuncia al bis: “Stavolta scelgo famiglia e lavoro”. E ringrazia il paese

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“Sono stati 5 comunque anni straordinari, un saliscendi tra difficoltà e traguardi. Soddisfazioni non troppe: ma contano i risultati e da questo punto di vista so di lasciare un paese in ordine”. C’è un velo di commozione negli occhi di Luca Sandonà, sindaco di Caltrano dal 2019 con una passione per la politica sin da giovanissimo: oggi è il giorno scelto per annunciare che no, non ci sarà anche lui a correre per altri cinque anni da primo cittadino.

Una decisione meditata, forse sofferta, sicuramente consapevole: ce la racconta Sindaco?
Ho dato priorità al mio mandato tutt’ora in corso con faccende che certo non si fermano perché c’è da fare campagna elettorale: ma non ne nego che era iniziato un ragionamento attorno alla mia ricandidatura, fino a giorni recenti. Poi mi sono convinto: se metto sul piatto della bilancia tutto, devo ammettere che ho trascurato un lavoro – da autonomo – e ancor peggio la mia famiglia. Ricordo la lettera che la figlia di Aldo Pellizzari gli dedicò il giorno dei suoi funerali: ho pienamente realizzato solo allora quanto importante sia una guida capace, la responsabilità e il dovere verso i propri cittadini. O lo fai dedicandoci tutto il tempo necessario, con dedizione e serietà o è meglio passare oltre”.

Quali traguardi la inorgogliscono di più?
Direi senza dubbio la tenuta dei conti. In questi anni è stata dura, ma non voglio tornare su cose già note: diciamo che oggi l’amministrazione può contare su un avanzo importante, nonostante tutto. In termini di opere invece direi senz’altro l’estensione dell’acquedotto nelle malghe Fondi, Serona, Foraoro e Sunio e la messa in sicurezza del centro del paese, entrambe con cospicui finanziamenti ottenuti da regione e provincia. E tanto altro, dall’efficientamento dell’illuminazione pubblica alle scalette di Camisino.

Cosa invece l’ha amareggiata maggiormente?
Due cose: la prima, la raccolta di firme per il discorso di Malga Foraoro dopo che avevo spiegato a tu per tu ed in modo puntuale le ragioni della scelta ai gestori. Mi fu da subito evidente la strumentalizzazione politica finalizzata a indebolire l’amministrazione. Poi l’accusa di essere stato un sindaco debole perché per educazione non offendo, non alzo la voce e non faccio imprecazioni ma in quel caso, ed in altri, non sono retrocesso di un millimetro.

C’è qualche ringraziamento che desidera fare?
Tanti in realtà. L’intera squadra di maggioranza, con particolare rifermento al mio vice Ivano Dalla Valle e a Maurizio Dalla Riva, i dipendenti comunali, le associazioni e la parrocchia. Ma tutti i miei paesani che mi hanno onorato di rappresentarli, anche quelli che magari non mi hanno compreso o quelli che io non sono stato in grado di ascoltare come avrebbero meritato. E poi i miei figli e Ilaria, mia moglie: la sua discrezione e la sua pazienza raccontano tanto di lei e dell’amore con cui mi ricambia ogni giorno.

Mi dica la verità ora: è davvero finita qui?
A 41 anni ancora da compiere non voglio pensarlo come un addio. Oggi ho ponderato fosse più giusto così: per me e per Caltrano che merita un primo cittadino devoto e presente. A vestirsi con la fascia nei giorni di festa e andar al bar è facile: io ho rinunciato a 10mila euro di indennità perchè volevo fosse chiaro che era una missione, non una carriera sulla pelle dei miei cittadini. Vedremo il futuro: la politica non ha smesso di piacermi, nonostante tutto. E poi chissà: Caltrano è un posto nel cuore e lì resta. Anche senza la fascia addosso.