Seconda donna travolta e uccisa in otto anni da Nicoli. Stessa strada, entrambe in bici

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Nei riquadri le due vittime sulla Vecchia Gasparona. Sono state investite dalla stessa persona

Due donne falciate sulle loro biciclette. Rimaste esanimi sull’asfalto, a distanza di poco meno di otto anni una dall’altra. Sulla stessa strada, la vecchia Gasparona, solo un paio di chilometri, forse meno, separano i punti dei due drammatici incidenti. Il primo, in ordine cronologico, avvenne a Breganze nei pressi del distributore Perin; a Sarcedo, vicino alla pericolosa curva a gomito di via Asiago, il secondo. In entrambi i casi a investire le vittime della strada fu lo stesso uomo, al volante di un autocarro che le ha travolte e uccise, Renato Nicoli, che oggi non si capacita di quanto accaduto e dovrà fare i conti, di nuovo, con la giustizia e con la propria coscienza.

Allora – nel novembre del 2010 – a perire fu un’anziana di 76 anni di Fara Vicentino, Graziella Poletto. L’altro ieri una signora di Breganze, Milanka Stevic, di 59 anni. In entrambi i casi è intervenuto l’elisoccorso, inutilmente. E sul sedile di guida c’era sempre Nicoli, oggi 61enne, che ha rivissuto i tragici momenti di otto anni fa ritrovandosi malauguratamente e di nuovo nell’occhio del ciclone. Altra analogia: entrambi i sinistri mortali accaddero di mattina.

Nel 2010, nell’ordinamento italiano, vigeva il reato di omicidio colposo, per il quale Nicoli fu condannato a dieci mesi di reclusione (con sospensione della pena) e gli fu tolta la patente per nove mesi. Accertata la responsabilità in quell’occasione da parte dell’uomo di Fara Vicentino, allora 54enne, l’assicurazione verso alla famiglia della vittima un risarcimento di 800 mila euro secondo le cronache dell’epoca. Come in tanti altri casi simili l’uccisore non scontò nemmeno un giorni della condanna in detenzione. In quell’occasione, il mezzo guidato da Nicoli svoltò a sinistra verso l’area della stazione di servizio non accorgendosi della donna in sella ad una bicicletta, travolgendola.

Oggi, premesso che le indagini risultano in pieno corso e che eventuali responsabilità di natura penale dovranno essere accertate dagli organismi di giustizia, il reato contemplato sarà invece quello di omicidio stradale dopo la recente riforma. Un indizio di colpevolezza potrebbe darsi dall’immediata sospensione della patente per il sorpasso azzardato, nel corso del quale avrebbe urtato la donna di origini serbe, ma toccherà agli agenti di polizia locale fornire un dettagliato resoconto sulla dinamica dell’incidente mortale. In caso di condanna, la pena prevista dall’entrata in vigore della nuova legge andrà dai 2 ai 7 anni (con revoca della patente) in considerazione del fatto che il tasso alcolemico del conducente del mezzo è risultato negativo.