Il terremoto visto da qui: dal messaggio del Sindaco alle parole dei “marocchini vicentini”

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“Thiene si unisce alle manifestazioni di solidarietà che stanno giungendo numerose alle popolazioni del Marocco così durante colpite da questa tragedia”. E’ un pensiero sentito e pieno di sincera partecipazione quello che Giampi Michelusi ha voluto rivolgere ai tanti concittadini di origine marocchina dopo il devastante terremoto che ha colpito il paese africano nella tarda serata di venerdì 8 settembre radendo al suolo interi villaggi e uccidendo quasi 3mila persone oltre ad altrettanti feriti.

Un messaggio importante quello del Sindaco che ha sempre spiegato di credere nel valore dell’integrazione che va di pari passo col rispetto delle regole e del buon senso civico, fondamentali per una città come Thiene dove, secondo i dati Istat aggiornati al gennaio 2022, risiedono quasi 400 marocchini, in buona parte ampiamente inseriti con successo nel tessuto sociale e lavorativo.

Tra loro c’è Hamid Abourchid, 33enne titolare in città di una palestra dove si insegnano Muay Thai, kick boxing, k1 e free fight: un ragazzo stimato e dinamico che ha spesso contribuito a impreziosire eventi e manifestazioni pubbliche con la presenza del suo team. Dal Marocco è venuto via ancora quando aveva 9 anni, ma la tragedia che ha colpito il suo paese natale lo ha molto scosso: “Ho sentito molti amici spaventati e distrutti dal dolore, la situazione è perfino più drammatica di quella che viene raccontata – racconta Hamid – e proprio per questo sto apprezzando la straordinaria solidarietà degli italiani e le parole del Sindaco che mi fanno pensare che il popolo marocchino non verrà lasciato solo”.

Abourchid nella sua palestra

E’ affranto anche Yassine Hasnabi, un altro giovane che pur non residente a Thiene, fa parte dei 5mila marocchini presenti nella Provincia di Vicenza: “La mia mamma si trova in Marocco – spiega il 36enne pizzaiolo per passione – e pur fortunatamente distante dall’epicentro, sta vivendo tutto il dramma del suo Paese ma anche il bello della corsa ad aiutare con decine di migliaia di persone che si sono messe in fila per portare soccorso e donare sangue negli ospedali. Il rammarico più grande però, oltre alle morti naturalmente, è che il Marocco stava emergendo e questa catastrofe lo ha azzoppato: spero davvero che i turisti non lo abbandonino e tornino presto, non appena tutto rientrerà nella norma, contribuendo così a dare fiato ad un sistema promettente, ma ancora tanto fragile”.

La corsa alla solidarietà in Marocco