La Bretella casello A31-Nuova Gasparona al rettilineo finale tra diffide e approvazioni

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Se ne parla, anzi meglio dire se ne discute, da ormai oltre 35 anni della “lingua” di strada di 1,3 chilometri ai più nota come progetto di “Bretella A31 Valdastico-Nuova Gasparona” in quel di Thiene. Una lingua di “fuoco” visto che, quando tornava d’attualità di tanto in tanto, ha suscitato sistematicamente reazioni contrapposte, non di rado perfino più roventi dell’asfalto di Ferragosto. Forse ad anno 2021 inoltrato è arrivata la fatidica “volta buona” per il varo ufficiale del progetto (definitivo pare) sul tratto di raccordo per congiungere l’uscita dal casello allo svincolo di Thiene/Schio – e quindi l’area a vocazione industriale e commerciale – con la principale direttrice non a pedaggio tra Altovicentino e Bassanese. Vale a dire la Sp111, meglio nota come “Nuova Gasparona” appunto.

Costerà in tutto 23,5 milioni di euro, spesa interamente in capo alla società autostradale. Una “patata bollente” sul piano viabilistico interno che si elevò sin dagli anni ’90 a terreno di scontro politico locale, con carichi pendenti che tornano d’attualità. Tra chi spinge per la realizzazione e plaude allo sblocco, come ad esempio Confindustria Vicenza, e chi invece si oppone sul metodo adottato dall’amministrazione comunale come l’ex sindaco di Thiene Attilio Schneck, consigliere di minoranza oggi, inviando una diffida al sindaco e minacciando ricorsi al Tar del Veneto.

Con il progetto (quasi) definitivo in mano si aprirà ora un iter di approvazioni, trattative ed espropri di terreni che, salvo intoppi, dovrebbe portare al via libera al cantiere entro il 2023 nell’ipotesi migliore, e una previsione di realizzazione entro un quinquennio da oggi. Salvo che la questione non approdi su altri lidi di contradditorio viste le reazioni in ambito locale: quelli inesorabilmente lenti della giustizia, rallentando il passo. Dalle prime idee sul tema al valzer delle competenze sono trascorsi decenni secondo chi ha memoria delle prime “avvisaglie”, con Comune di Thiene, Provincia di Vicenza, società di gestione della rete autostradale e Stato (Ministero dei Trasporti) nel calderone per trovare un bilanciamento di richieste e/o una soluzione, pianificando e rivedendo più progetti accatastati uno sull’altro sotto la polvere. Fino a riaprire (di nuovo) e di recente il cassetto e consegnare alle parti ai primi di maggio l’ultimo stampato. Se ne è discusso anche nell’ultimo Consiglio Comunale del 28 giugno nel cuore di Thiene.

“Si tratta di un’opera di grande importanza per tutto il territorio, che ha il duplice obiettivo di ridurre il tempo di accesso all’autostrada A31 e anche all’ospedale dell’Alto Vicentino e di drenare sostanziosi flussi di traffico che oggi congestionano la viabilità urbana, soprattutto, ma non solo, nelle ore di punta. Stiamo parlando – ha spiegato Giovanni Casarotto, primo cittadino thienese prima del Consiglio con il tema all’ordine del giorno – di un’opera inserita nel piano finanziario della società Brescia-Padova fin dal luglio 2007, che finalmente sembra ormai in dirittura d’arrivo anche se a seguito degli espropri che dovranno essere prima attuati”. Sul piano delle autorizzazioni ambientali la partita era già chiusa da tempo, così come le valutazioni sul piano urbanistico e del traffico veicolare, che secondo le stime ridurrebbe del 25% il flusso di mezzi nelle arterie cittadine interne. Ma non mancano le proposte di ulteriori modifiche e rivalutazioni.

Per l’associazione provinciale di Confindustria, dalle dichiarazioni di Pietro Sottoriva, ormai “la questione non è neanche più viabilistica, è capire se c’è la volontà politica di rendere il Thienese un territorio sano e moderno, dove i problemi si risolvono oppure se continuerà a trionfare la bandiera dell’immobilismo. Questo modo di fare – rincara il presidente – non è più sostenibile, non è all’altezza di una moderna realtà europea, livello a cui invece dovremmo aspirare. Abbiamo un tessuto imprenditoriale civile tra i più dinamici del Nordest, lavoriamo e commerciamo in tutti i continenti, ma riusciamo a polemizzare e a bloccare la realizzazione di un’infrastruttura medio-piccola, ma importante ed efficace, ad un passo dalla sua deliberazione. Noi siamo stanchi, davvero, anche perché spesso le motivazioni sono futili o strumentali a questa o quella polemica politica”.