Molestie e discriminazioni, la prevenzione inizia con l’Alternanza scuola-lavoro

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Otto milioni 816mila donne fra i 14 e i 65 anni nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale nel luogo di lavoro (il 43,6% tra le molestie fisiche). Gli uomini sono 3 milioni 754mila (il 18,8%). Gli autori delle molestie a sfondo sessuale risultano in larga prevalenza uomini: lo sono per il 97% delle vittime donne e per l’85,4% delle vittime uomini. Sono questi i dati Istat divulgati lo scorso febbraio nel report “Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro – Anni 2015-2016” e presentati durante l’introduzione degli incontri di formazione organizzati tra dicembre e gennaio dalla Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza, su proposta di Logika e con il patrocinio dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Thiene.

Il primo laboratorio – condotto lo scorso 14 dicembre nell’Istituto Aulo Ceccato di Thiene da Cristina Martini, media educator e ricercatrice del gruppo ProsMedia dell’Università di Verona, e Arianna Bigarella, psicologa e psicoterapeuta – è stato un momento informativo e formativo rivolto alle studentesse e agli studenti della quarta superiore che si stanno preparando per affrontare il periodo di Alternanza scuola-lavoro: attraverso l’educazione ai media e con l’intervento della psicoterapeuta i ragazzi hanno affrontato i temi della discriminazione, della prevaricazione e di come da questo possa nascere anche il disagio. L’intervento va ad affiancarsi agli incontri sulla sicurezza e sul benessere lavorativo per porre l’attenzione su una tematica grave e spesso giustificata: le molestie e i ricatti sessuali nei luoghi di lavoro e di studio.

A introdurre l’evento è stata Grazia Chisin, Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza, con un focus sulla normativa sulle molestie sul lavoro, con alcune indicazioni ai partecipanti rispetto ai riferimenti da contattare nel caso siano vittime o testimoni di molestia, e l’iter previsto dalla normativa. In Veneto 9 lavoratici su 100 infatti subiscono o hanno subito molestie o ricatti sessuali. Nel 25% dei casi sono ripetute, trasformando il posto di lavoro invivibile; il 45% dei casi è sotto la minaccia di perdere il lavoro o restare professionalmente segregate. Il 57,2% delle vittime cambia lavoro, il 2,5% è licenziato, il 3,8% trasferito, il 2,7% si mette in malattia. Solo lo 0,8% ha fatto denuncia.

Nel caso di presenza di “molestia” dopo aver accertato il caso effettivamente successo si convocano le parti – spiega Chisin –, si suggeriscono all’azienda alcuni interventi, un “codice di condotta”, con la sottoscrizione dell’accordo quadro per la prevenzione delle molestie e violenza nel luogo di lavoro». Quello che si vuole creare in ogni realtà è l’organizzazione di assemblee del personale per informare dell’esistenza di alcune regole sul comportamento, l’intervento con il medico aziendale per approfondire gli effetti collaterali dello stress da lavoro correlato, coinvolgere Spisal e Itl per le proprie competenze, fino a suggerire, nel caso di grandi aziende, di dotarsi della figura della consigliera di fiducia. Come pubblico ufficiale, la Consigliera di Parità ha l’obbligo di informare la Procura se i casi a cui viene a conoscenza sono gravi, altrimenti la richiesta di un incontro con l’azienda ha la finalità di individuare un percorso per la rimozione degli eventi insorti e un miglioramento dell’ambiente lavorativo.

«Questo percorso – spiega Cristina Martini, che ha curato i contenuti e ha condotto l’incontro – nasce come una proposta nuova nel suo genere perché ha l’obiettivo di raggiungere ragazzi e ragazze che, grazie all’alternanza scuola lavoro, si approcciano per la prima volta al mondo del lavoro. Vogliamo coinvolgere ragazzi e ragazze con linguaggi a loro affini in una riflessione attorno ai temi del “consenso”, delle giustificazioni, degli stereotipi e pregiudizi veicolati dai media, del linguaggio intriso di discriminazioni e delle emozioni che emergono a questi casi che sono spesso difficili da riconoscere, esternare e denunciare».

Il secondo laboratorio ha coinvolto oggi l’Istituto Garbin, mentre il Liceo Corradini parteciperà al laboratorio a gennaio: la prevenzione sulla discriminazione di genere non termina con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.