Quirico, il reporter di guerra si racconta a Cà Dotta. Fu rapito in Siria per 152 giorni

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Il giornalista de La Stampa Domenico Quirico

Tappa nell’Alto Vicentino per il grande inviato de “La Stampa” Domenico Quirico: sarà ospite del Comune di Sarcedo in un incontro pubblico che si terrà venerdì sera 22 febbraio alle 20.30 presso Villa Ca’ Dotta (in via Roma 10). Astigiano, 67 anni, Quirico è uno dei più importanti inviati di guerra del giornalismo italiano. Da sempre in forza al quotidiano torinese, ha ricoperto i ruoli di caposervizio degli esteri, poi di corrispondente da Parigi e infine di reporter. Partner della proposta culturale anche la redazione di Ecovicentino, con la nostra direttrice Mariagrazia Bonollo ad intervistare l’ospite atteso.

In questa veste ha raccontato, fra gli altri, il Sudan, il Darfur, la carestia e i campi profughi nel Corno d’Africa, l’Esercito di Resistenza del Signore in Uganda. Ha inoltre seguito le Primavere Arabe, dalla Tunisia all’Egitto, ed è stato più volte in Libia per testimoniare la fine del regime di Gheddafi. Ha inoltre coperto per tre volte la guerra in Mali, è stato in Somalia e più volte in Siria.

Nell’agosto 2011, nel tentativo di arrivare a Tripoli, è stato rapito insieme ai colleghi del Corriere della Sera e Avvenire: nel sequestro è stato ucciso il loro autista e dopo due giorni i giornalisti sono stati liberati. Due anni dopo, il 9 aprile 2013, il secondo e più lungo rapimento in Siria: per ben 152 giorni, fino all’8 settembre, rimane insieme a un insegnante belga nelle mani dei ribelli, subendo anche due finte esecuzioni.

“In Siria – ha poi raccontato – ho conosciuto il male assoluto”. Ha scritto undici libri, sia storici che di reportage. Fra questi, uno sul Grande Califfato e un altro,dal titolo “Esodo”, sulle migrazioni. “Il giornalismo è diventato, tragico paradosso, il contrario di quello che vorrei: serve a distogliere il vostro sguardo” scrive in “Ombre dal fondo” – l’ultimo ad essere pubblicato, accompagnato da un docufilm di Paola Piacenza – nel quale ripercorre il suo rapporto con il giornalismo e il rapimento in Siria.

“Abbiano accolto con entusiasmo la proposta della giornalista, nostra concittadina, Mariagrazia Bonollo di ospitare a Sarcedo questo grande inviato – spiega l’assessore alla cultura, Paola Pozzan – perché crediamo che una testimonianza viva, profonda e diretta come la sua ci possa aiutare a comprendere senza pregiudizi ed ideologie i grandi fenomeni che stanno avvenendo nel mondo e che toccano anche il nostro quotidiano, come le guerre, il terrorismo e le migrazioni”.