Il Clinto rinasce da Villaverla: Comune e Confraternita rilanciano il “vino dei nonni”


Tornare a produrre il Clinto in quantità significativa proprio nella sua roccaforte. E’ questo l’obiettivo che l’amministrazione comunale di Villaverla e la Confraternita del Clinto si sono dati al termine di un convegno che recentemente ne ha raccontato la storia oltre che le prospettive future.
Una storia travagliata quella del Clinto, originario dell’omonima cittadina statunitense dello Iowa, diffuso nel Veneto anche come Clinto, Crinto, Grinton: la cui coltivazione a scopo enologico è stata vietata da una legge del 1931 oltre che recentemente ribadita da normative della Comunità Europea. Questo comunque senza escluderne un utilizzo domestico, all’interno di un progetto di rilancio che Villaverla ipotizza in più step: “La cosa più importante – spiega il sindaco Enrico De Peron – sarebbe rilanciarne la produzione ampliando l’attuale platea dei viticoltori che qui, comunque, non sono mai mancati. Poi l’auspico è quello di mettere in sinergia il Clinto con la gastronomia locale, magari incentivando preziose ed innovative combinazioni con il mondo caseario, dei dolci e persino dei gelati”.
Auspici che si fondano su una base più che concreta: quella di suoli, nel villaverlese ma non solo, argillosi e perciò pienamente congeniali a veder rinascere con forza lo storico vitigno la cui confraternita, assente dal paese da qualche anno, è stata ora annoverata ufficialmente tra le associazioni di Villaverla: “E’ il vino dei nonni – rincalza De Peron – quello dall’inconfondibile color viola che lascia il segno su bocca e bicchieri e dal profumo fruttato intenso. Regalarci la possibilità di valorizzarne e sostenerne la rinascita, è il nostro modo per ribadire che le tradizioni vanno coltivate. Nel vero senso della parola”!
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