La Corte d’Appello blinda il termine Grana, ma “Brazzale non ha causato danno al Consorzio”

La Corte d’Appello di Venezia mette un punto sull’uso della parola “Grana” per indicare il formaggio a pasta dura e sancisce che il termine non può essere usato con leggerezza quando si parla di formaggi. La sentenza ha respinto l’appello dell’azienda casearia Brazzale (con sede a Zanè), sottolineando però che questa non ha causato danno al Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano.

Alla base della diatriba, che va avanti da qualche anno, l’accostamento della parola “grana” al Gran Moravia, formaggio rappresentativo dell’azienda di Zanè.

La corte ha ribadito che “Grana” non è un termine generico ma una parte integrante e caratterizzante della Dop (Denominazione di origine protetta). Ogni utilizzo della parola “Grana” riferito a formaggi non conformi e che non appartengono alla stessa area geografica va quindi considerato scorretto.
Dal canto suo dalla Brazzale, a cui è stato riconosciuto di non aver recato danno al Consorzio, si dicono “Soddisfatti di questo risultato, proseguiremo nel nostro impegno per tutelare l’interesse dei consumatori e del mercato. La Corte ha accolto alcuni dei motivi di appello che avevamo avanzato e ha respinto l’appello incidentale proposto dal Consorzio, sancendo che Brazzale non gli ha provocato alcun danno”.

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