La Procura per i Minori conferma: “Alla Don Milani fu bullismo e violenza sessuale”

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L'ingresso della scuola Don Milani

Si concluderà con una conferma delle responsabilità ma anche con un non luogo a procedere, la vicenda degli atti di bullismo alla scuola secondaria di primo grado “Don Milani” di Zanè, che tanto aveva fatto discutere nel febbraio dello scorso anno.

Il pubblico ministero presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, infatti, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di emettere la sentenza di non luogo a procedere in quanto i due ragazzini che si erano resi protagonisti degli atti di bullismo su tre compagni, avevano meno di quattordici anni all’epoca dei fatti e non sono quindi imputabili. Il pm nella sua richiesta, che è ancora del giugno scorso ma di cui si è avuta conoscenza solo in questi giorni, ha confermato la veridicità dei fatti avvenuti nello scorso anno scolastico.

Secondo quanto appurato dal pm attraverso le indagini dei carabinieri di Thiene, insomma, corrisponde a realtà che il terzetto spingeva in un angolo alcuni compagni, arrivando anche a mettere le mani nelle loro parti intime, seppur sopra i vestiti. I fatti erano iniziati come scherzo al ritorno a scuola nell’autunno 2017 e avevano coinvolto due classi di terza media. La vicenda era scoppiata durante il primo incontro del percorso sull’affettività, quando un ragazzino aveva parlato esplicitamente dei comportamenti dei compagni ed erano emersi con più chiarezza quando gli insegnanti avevano fatto svolgere sulla vicenda un tema alle due classi.

Erano stati subito coinvolti sia la psicologa della scuola che gli insegnanti, nonchè i genitori dei bulli, ma fra corpo docente e genitori si era creata poi nei mesi una spaccatura sulle modalità di affrontare la situazione: da un parte dirigente e insegnanti preoccupati di rispondere ai fatti con un percorso di consapevolezza e responsabilizzazione, dall’altra i genitori che chiedevano pene esemplari.

La vicenda, delicatissima, aveva portato così a una frattura netta fra la preside e gli insegnanti (da una parte) e i genitori (dall’altra) e, dopo un primo esposto di alcuni genitori alla polizia locale, era approdata sulla scrivania della Procura per i minori di Venezia attraverso una segnalazione di quegli stessi genitori. Il publbico ministero aveva poi aperto un fascicolo per violenza privata e violenza sessuale, incaricando i carabinieri di Thiene di svolgere le indagini del caso.

Ora, per quel che riguarda gli aspetti penali, si attendono solo i tempi (lunghi) della giustizia affinchè si arrivi alla sentenza di “non luogo a procedere”, ma si aprirà poi la partita in sede civile, con i genitori dei tre ragazzini che sarebbero decisi a chiedere un risarcimento danni alla scuola per mancata sorveglianza e, forse, ai genitori dei due ragazzini, nel caso in cui riuscissero a dimostrare che c’è stato un deficit educativo. I tempi, ovviamente, saranno molto lunghi.