La beffa del consulente fiscale “in nero”. Ha seguito 400 pratiche ma da abusivo

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Immagine Pexels (Cottonbro Studio)

Mancava probabilmente all’appello perfino ai finanzieri delle Fiamme Gialle vicentine la figura del consulente fiscale “abusivo”, che si faceva pagare in nero e “faceva da ponte” tra contribuenti e centri di assistenza fiscale per le pratiche – si parla di circa 400 fascicoli – che prendeva in carico senza averne titolo. La notizia giunge dalla Vallata dell’Agno e pare che il professionista per così dire “autodidatta” collaborasse con uno dei Caf di Valdagno, un centro di assistenza fiscale risultato invece in regola e non direttamente coinvolto nel presunto illecito.

Una novità probabilmente in termini assoluti almeno in provincia di Vicenza, che sa di beffa nell’ambito dei controlli sul fisco e in generale della contribuzione, tenendo presente che il sopracitato “consulente birbante” avrebbe esercitato indisturbato per almeno 5 anni. I finanzieri, ad oggi, sono risaliti all’anno 2018, ma non è escluso che l’attività ritenuta oggi illecita dalla GdF berica affondasse le proprie radici ancora più indietro nel tempo.

Il soggetto, ora sotto indagini e segnalato in Procura di Vicenza e all’Ispettorato del Lavoro oltre che alle organizzazioni di categoria per le sanzioni da quantificare in proporzione al suo effettivo operato, pare non avesse mai acceso una partita Iva e fosse sprovvisto – fino a prova contraria, che sarà a suo carico – di qualsiasi titolo autorizzativo o di un’abilitazione all’esercizio della professione. Nessun albo, a seguito delle verifiche delle Fiamme Gialle di Arzignano, riportava infatti il suo nominativo, pertanto gli è stata di recente notificata una denuncia per esercizio abusivo della professione.

Trattandosi di una prima fase di indagine, si è in attesa di eventuale nulla osta da parte del giudice che ha preso in carico il fascicolo per venire a conoscenza di ulteriori dettagli, tra cui l’effettiva identità e provenienza del consulente, al momento tenuta sotto riserbo. Si sa che l’attività professionale si svolgeva nel Comune di Cornedo Vicentino. Nel quinquennio di attività offerta su compenso il soggetto ha presentato svariati modelli dichiarativi 730 (si citano quasi 400 pratiche in 5 anni) in un Caf abilitato di Valdagno. Qui è stata acquisito un elenco di quasi un centinaio di clienti che, a più riprese, a lui si sono rivolti per ottenere la redazione e la successiva trasmissione della dichiarazione dei redditi, senza il rilascio di alcun documento fiscale come ricevuta per i servizi svolti.

A livello contributivo personale, tra Iva non versata e altri adempimenti non compiuti, il consulente “fantasma” dovrà sborsare una cifra importante, qualche decina di migliaia di euro almeno, per saldare il debito con lo Stato, in base ai calcoli dei finanzieri sulla base delle prestazioni accertate.

Nella nota del comando della GDF di Vicenza e provincia si specifica che “la norma prevede che il modello 730 possa essere presentato al proprio sostituto che ha scelto di prestare
assistenza fiscale, a un centro di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati o a un professionista abilitato (iscritto nell’Albo dei consulenti del lavoro e in quello dei dottori commercialisti ed esperti contabili). In particolare i professionisti abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni devono presentare, alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate competente una preventiva comunicazione contenente l’indicazione, non solo dei dati personali, ma anche dei requisiti professionali, della partita Iva e dei luoghi dove è esercitata l’attività”.