La truffa telematica costa 112 mila euro. A cadere nella rete (internet) un pensionato

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Immagine significativa sul fenomeno del pishing pubblicata sul sito specializzato www.skppsc.ch

Da una parte l’abilità di un probabile truffatore seriale abituato a maneggiare gli strumenti informatici, dall’altra l’ingenuità di un pensionato valdagnese che si è fatto prosciugare il conto in banca. Un ammanco mica composto da spiccioli, ma da ben 112 mila euro secondo quanto la presunta visita ha dichiarato alla polizia postale in sede di denuncia.

Le indagini risultano in corso, e la versione dell’uomo gabbato dopo aver risposto a una mail è tutta da verificare vista la sostanziale confusione, ma l’unica certezza risiede nel fatto che oltre centomila euro si sono volatilizzati, finendo in un valzer di contri all’estero – parrebbe in Gran Bretagna – fino a risultare irrintracciabili. Un bottino sostanzioso peraltro incamerato attraverso un sistema di acquisizione illecita di dati perseguibile dalla giustizia, che proverà a tendere una mano al malcapitato quanto poco accorto risparmatore.

Ad attirare nel tranello digitale un 67enne vicentino della vallata sarebbe stata la promessa di un buono spesa on line da 200 euro da riscuotere su Amazon dopo aver compilato un format. Una spirale di trabocchetti disseminati ad arte che hanno portato la vittima della truffa a rivelare dati sensibili risultati poi fatali. Provocando uno shock che va ben oltre il lato meramente economico, visto che di punto in bianco il valdagnese raggirato si è ritrovato senza un soldo in banca, privato dei risparmi di una vita e con scarse possibilità di riavere indietro il suo denaro o, in seconda istanza, un risarcimento da parte dell’istituto bancario. Dall’altra parte, invece, qualcuno probabilmente si stava fregando le mani dopo aver circuito l’ignaro “pesce” caduto nella rete. E rimasto ammutolito dopo essersi reso conto dell’ammanco.

Poco meno di 112 mila euro volatilizzati in un lampo, secondo i contorni di una vicenda descritta nei dettagli da un servizio sul Giornale di Vicenza nei giorni scorsi. Esito beffardo di una truffa telematica come tante altre che ogni giorno vengono raccolte in sede di denuncia sia da carabinieri che poliziotti della Questura, che ora dovranno rincorrere gli autori nei meandri a volte inestricabili del web e delle piattaforme bancarie digitali. SI tratterebbe del fenomeno moderno di pishing, pratica tanto remunerativa quanto illecita che consiste nel carpire la fiducia di un interlocutore al fine di spillargli dati personali e finanziari utili per mettere in atto condotte truffaldine. E spesso “sanguinose” per il portafoglio virtuale della vittima designata come in questo episodio.

Anche se le indagini sono già state avviate sulla base delle dichiarazioni raccolte, non si escludono altre ipotesi che giustifichino il “malloppo” estorto al pensionato vicentino dopo averlo indotto a utilizzare il proprio profilo di home banking in prima persona. E, soprattutto, averlo ingolosito da un’offerta allettante che, però, a mente fredda, poteva essere smascherata con un minimo di accortezza in più, visto che nemmeno un colosso dell’e-commerce come Amazon è così magnanimo da regalare la discreta sommetta di 200 euro all’utente di turno in cambio di una manciata di clic.