Da Recoaro a Los Angeles per cantare: il sogno di Giulia Ethel Tomasi è diventato realtà

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Oltre tredici ore di volo per inseguire il suo grande sogno, vivere di musica e per la musica. Un amore incondizionato che l’ha staccata dalle sue radici ma non completamente: il legame con la sua terra è talmente forte da richiamarla spesso a casa, qui infatti ha scritto il suo primo audio libro.
Lei è Giulia Ethel Tomasi originaria di Recoaro Terme, classe 1976, oggi vive a Los Angeles e la sua voce è la colonna sonora della sua vita: indossa vestiti americani quando è a Recoaro Terme, abiti della tradizione vicentina quando è oltre oceano, ma lei è sempre lei. Degli americani ama il senso di gratitudine che hanno, la loro positività e il poco pregiudizio. Dei suoi compaesani recoaresi l’essere veri, genuini.
Il canto è protagonista della sua vita fin da piccola, quando all’età di sei anni entrò a far parte di un piccolo coro di San Quirico, poco distante da Recoaro, nonostante in famiglia nessuno cantasse. Aveva 17 anni quando sui banchi del Liceo Scientifico di Valdagno un bel giorno furono inserite delle materie artistiche differenti, una sorta di laboratorio che proponeva coro, teatro e danza. Una folgorazione per Giulia che potè esprimere liberamente tutta la sua passione per queste arti. In quell’occasione conobbe Roberto Fioretto, direttore del coro “Pueri Cantores” di Vicenza. “Tu devi cantare” disse ascoltando la sua voce che lui definiva filo americana. Ed è stato questo incontro a far capire a Giulia come il canto potesse diventare realmente una professione. Fioretto iniziò a darle lezioni di canto a Isola Vicentina e con lui Giulia Ethel iniziò a tenere concerti in Ville Venete, proponendo Ennio Morricone e canzoni da film.
Un altro importante stimolo per Giulia fu poi il karaoke di Fiorello, giunto a Recoaro Terme, a cui partecipò negli anni ‘90 e che le diede un sacco di visibilità. Giulia insomma iniziò così a crederci sempre di più. Terminato il Liceo si iscrisse alla Facoltà di Scienze dell’Educazione a Verona, ma la musica bussava continuamente al suo cuore tanto che si iscrisse alle selezioni per San Remo Giovani vincendo la fase regionale.

Studentessa modello Giulia, studiava ascoltando Maria Callas e Barbara Stresand. “Ad un anno dalla laurea sentivo che stavo completando un percorso che non era il mio, così decisi di andare in Australia” racconta. E qui il destino ha deciso di manifestarsi, infatti un giorno, convinta di entrare in un’aula per iscriversi ad un corso di lingua inglese per stranieri, è invece entrata nella Facoltà di Musica: “Per me quello è stato un segno chiaro ed evidente di come il mio futuro fosse indirizzato verso quella strada”. Una volta tornata a casa, Giulia si è laureata e in tempo record si è precipitata al Saint Louis College of Music di Roma per studiare canto jazz, lavorando contemporaneamente in uno studio legale come segretaria per mantenersi gli studi.
E quello è stato un bel trampolino di lancio, che ha permesso a Giulia di iniziare ad insegnare canto in un’Accademia a Castelfranco Veneto, continuando a studiare non solo teatro ma anche musical a Milano. “E’ per questo che non mi definisco una cantante né lirica né pop. Mi sento un ibrido, in America mi chiamano poperatics o cross over perché abbraccio più comparti dell’universo musica cioè il jazz, il pop e la lirica. Inoltre mi capita spesso di tradurre le mie emozioni su tele di un quadro”.
Nel 2006 ha iniziato ad esibirsi come voce solista insieme all’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana, approdando a moltissimi teatri e trasmissioni televisive, partecipando ad X Factor nel 2010 con il gruppo vocale Solifonica e iniziando a cimentarsi nella composizione di colonne sonore di film e di musical, il suo sogno nel cassetto. Nel suo cuore c’era ancora però un’altra mission, quella che poteva cambiarle la vita in modo definitivo: andare oltre oceano spinta dall’amore per la cultura musicale e teatrale americana, quella in cui lei si rispecchiava di più. Era il suo vestito.
Così nel 2014 Giulia prepara armi e bagagli e vola a Los Angeles. E se nulla accade per caso, ecco un altro fatto che segna ulteriormente il suo percorso: entrando in uno studio di registrazione si trova a parlare con il chitarrista di Rihanna e anche lui, come ai tempi del liceo fece Roberto Fioretto, la stimola a fare un passo in più, quello di scrivere canzoni sue. Una sollecitazione che le trasmette una tale carica che Giulia inizia a comporre.
E a coronare questo importante viaggio fu un altro incontro, quello con l’amore vero che dopo qualche anno divenne suo marito: “Con sempre più convinzione che il mio futuro sarebbe stato in America, per mesi ho fatto avanti e indietro e in questa vita da eterna pendolare ho conosciuto un pianista a New York, iniziando a cantare in italiano. Con enorme piacere ho capito che la mia voce risultava molto interessante al popolo americano: cosa che mi ha riempito di gioia e che è stata la goccia che fece traboccare il vaso, portandomi diritta in questura a fare le carte per il Visto”.
Dopo aver fatto parte di una compagnia importante e lavorato con artisti abituati a Broadway, oggi Giulia lavora nel musical, recita in lingua inglese, insegna canto, canta gospel, è richiestissima nei ristoranti italiani dove propone canzoni sue e collabora in California con il Coachella Valley Repertory Theatre il cui direttore artistico è Ron Celona.

Come ha vissuto la sua famiglia questo cambiamento di vita? “Mamma Cristina e papà Sergio mi hanno continuamente dato fiducia. Certo, li ho sempre abituati al mio essere nomade con i miei spostamenti da Verona, a Roma, all’Australia e il viaggio oltre oceano li ha convinti di quanto amore c’era dietro alla mia scelta, una vera ragione di vita. Poi però sono stata io a sentire il richiamo di casa come non mi era mai capitato negli altri viaggi. Sento che non riuscirò a stare solo a Los Angeles, il legame con le mie radici è molto forte”.

Proiettandosi al 2029, Giulia si vede ancora itinerante ma anche nella casa dei nonni a comporre musica ma quella stessa musica poi la porta in giro. “Vorrei continuare a scrivere per farmi portavoce di un’esperienza di vita. E poi mi piacerebbe aiutare le persone a liberare la loro voce per farsi strada in un cammino personale”.

Giulia è anche autrice di un audio libro intitolato “Tutto all’aria”. “La penna è partita da sola nell’inverno 2015 raccontando un momento di caduta di un’artista che perse la voce. Si sa, al vuoto si può reagire in mille modi: si può stare nell’ombra oppure andare a ritrovare la luce persa. Questo libro è un invito all’ascolto di noi stessi, un monito a tornare sempre alle proprie origini perché è lì che ci sono le risposte e si ritrova noi stessi”. Per l’anteprima di questa opera Giulia ha scelto proprio Recoaro. “L’ho fatto per dare un senso di radice, di stretto legame che sento con il mio paese. E siccome non amo le classiche presentazioni, ho deciso di fare un bookshow: una sorta di reading di 30 minuti cantato e recitato”.

La storia scritta da Giulia può essere letta ma anche ascoltata: attraverso un qrcode infatti si potrà accedere e scaricare il file multimediale che consentirà di ascoltare la sua voce. Al suo interno anche sette brani originali. Il libro è in italiano, alcune parti in inglese, altre in dialetto. Uscirà in autunno.