Gran successo per la Chiamata di Marzo: 10mila spettatori, 1.500 figuranti e 70 carri in sfilata

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Foto Domenico Stefani - Foto RP Recoaro

Sei anni dall’ultima edizione, diecimila presenze, 70 carri in sfilata e 1.500 figuranti. Son questi i numeri di un’edizione eccezionale della Chiamata di Marzo, il tradizionale evento biennale di Recoaro Terme che si tiene nell’ultimo fine settimana di febbraio per rivivere antichi mestieri, personaggi, usanze e leggende della cultura contadina, rurale e cimbra che da sempre impregna il territorio della Conca di Smeraldo.

La manifestazione usualmente ha una cadenza biennale, ma il Covid ha stravolto tutti i piani. L’attesa ha fatto crescere però le aspettative e così ieri nel centro termale si sono riversate tantissime persone: i parcheggi son stati chiusi già a mezzogiorno ed era inoltre attivo un bus navetta da Valdagno, che ha continuato a portare spettatori (dal Veneto e non solo) nella cittadina ai piedi delle Piccole Dolomiti.

Il nome “Chiamata di Marzo” arriva dalla tradizione che a Recoaro, nei tempi andati, gli abitanti alla fine dell’inverno, dopo essere rimasti isolati a lungo nelle contrade a causa della neve, per assicurarsi che gli altri paesani fossero vivi avessero l’abitudine di scendere nelle strade percuotendo i contenitori del latte per far rumore e chiamando così gli altri abitanti lontani. E se dalle altre vallate arrivava un suono simile, significava che tutti avevano superato l’ennesimo duro inverno. La manifestazione, giunta alla 23esima edizione, evoca così l’arrivo della primavera.

L’ultima volta si era tenuta nel 2018, poi l’annullamento all’ultimo minuto dell’edizione 2020 a causa dell’esplosione della pandemia da Covid19 e, per effetto delle limitazioni dettate dall’emergenza, la mancata organizzazione anche della successiva edizione 2022. Tra gli ospiti che hanno partecipato quest’anno c’è stata la delegazione di Neustad an der Donau, comune bavarese con cui Recoaro Terme è gemellato, ma non sono mancati anche altri gruppi dal Veneto.

(Foto Ecovicentino e Domenico Stefani – Foto RP Recoaro)