Scivola sul ghiaccio in zona Passo Zovo e si frattura un arto. Soccorso un cinquantenne

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
L'intervento odierno al momento del passaggio dalla barella all'ambulanza

Un valdagnese di 53 anni è stato soccorso oggi poco dopo mezzogiorno dopo la richiesta di soccorso giunta alla squadra di soccorso alpino di stanza nella sede di Recoaro-Valdagno. Intorno alle 12.15 di oggi l’uomo era scivolato a terra ruzzolando per alcuni metri lungo un sentiero, dopo aver messo un piede in fallo su una lastra di ghiaccio.

Procurandosi una probabile frattura a una gamba che gli impediva di proseguire sulla via del ritorno, essendo solo nell’escursione sui monti vicino a casa. E’ stato un componente del gruppo con cui si era incamminato a lanciare la richiesta di aiuti contattando il 118 con il proprio telefonino, e indicando nella zona del Passo Zovo la sua posizione esatta.

Il team del Cnsas Veneto si è subito equipaggiato e messo in marcia per intervenire nell’ara di confine tra i comuni di Valdagno e Schio, “scortando” anche fin dove le asperità del terreno di montagna hanno reso possibile l’avvicinamento. L’escursionista si è procurato la grave ferita mentre stava percorrendo l’itinerario denominato “Ortogonale 1”, tracciato percorribile in bicicletta e a piedi su vie e mulattiere della Grande Guerra.

Per il 53enne M.P. – queste le iniziali del vicentino residente a Valdagno – fatale è stata la disattenzione sul terreno gelato, tanto che i soccorritori dopo aver immobilizzato l’atto dolorante lo hanno caricato su una lettiga e trasportato a braccia fino all’ambulanza. La giornata si è conclusa all’ospedale San Lorenzo di Valdagno, dove nel reparto di ortopedia sono in corso gli aggiornamenti diagnostici.

L’intervento odierno al momento del passaggio dalla barella all’ambulanza

Va ricordato che proprio nei giorni scorsi il Club Alpino Italiano ha lanciato una sorta di appello a tutti i frequentatori della montagna, invitandoli ad astenersi da escursioni di gruppo e fuori dai comuni di residenza – non è questo il caso dell’escursionista valdagnese di cui sopra – fino a quando la Regione Veneto non fornirà indicazioni precise sull’interpretazione delle norme anticontagio che riguardano le “gita” in quota.